Zaluzhny, un "vincente" per il futuro di Kiev. L’ex capo dell’esercito ucraino agita Volodymyr

L’appartenenza alle forze armate lo rende molto popolare. E il 70% degli elettori auspica un cambio della classe dirigente

Zaluzhny, un "vincente" per il futuro di Kiev. L’ex capo dell’esercito ucraino agita Volodymyr
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Secondo l'Ukrainska Pravda da un paio di giorni i sociologi e i sondaggisti con base a Kiev si stanno scervellando su un tema: dove mai avrà preso Donald Trump quel dato del 4%, che secondo il presidente americano rappresenta la fiducia per il presidente Volodymyr Zelensky? La risposta unanime (e forse ovvia) è che la cifra è allegramente inventata.

Secondo un'analisi dell'Istituto Internazionale di studi sociologi, pubblicata pochi giorni fa (e tutto gli altri studi sono più o meno sugli stessi livelli), il gradimento per l'ex comico diventato politico tocca quota 57% contro un 37% di persone che lo giudicano negativamente. Il dato è ben lontano dal 90% dei giorni più drammatici all'inizio della guerra, ma viene considerato comunque assai lusinghiero. E, tra l'altro, di gran lunga migliore rispetto a quello di Trump stesso, che in questo momento ha un tasso di disapprovazione del 48,5% contro il 46% di giudizi favorevoli.

La relativa popolarità di Zelensky non vuol dire che oggi sarebbe rieletto. Secondo i dati di Sotsis, società legata a un vecchio collaboratore dell'ex presidente Petro Poroshenko (e una delle poche a rompere l'accordo tra sondaggisti che hanno deciso in tempi di guerra di non pubblicare dati su possibili contese elettorali) a vincere sarebbe Valery Zaluzhny (nella foto), ex numero uno delle Forze Armate ucraine, che dopo i dissidi con il presidente, è stato spedito in Gran Bretagna come ambasciatore. Zaluzhny conquisterebbe il 27,2% dei voti, Zelensky il 15,9%, Poroshenko il 5,6% e il capo dell'intelligence Kirilo Budanov il 3,3%, seguito da una pletora di altri candidati.

In realtà la stima sull'esito del voto è condizionata dall'alta percentuale di elettori che dichiarano di essere incerti, ma la scommessa sulla vittoria di Zaluzhny è data per sicura. Entrato nell'esercito negli anni Novanta, il generalissimo, 51 anni, non porta con sé il peso di aver militato nelle Forze armate sovietiche. In più è considerato un vincente (sua l'offensiva di fine 2022 che ha riportato in mani ucraine molti territori conquistati dai russi) che interpreta il suo ruolo con grande attenzione per la vita e l'incolumità dei semplici soldati di prima linea. A far impennare le sue quotazioni è anche un altro elemento: in un Paese messo a dura prova dalla guerra è l'esercito l'istituzione in cui i cittadini hanno la maggior fiducia.

In questo caso a fare testo è un altro sondaggio condotto nell'autunno scorso dall'Istituto Razumkov di Kiev: il 46,6% degli intervistati considera affidabili prima di tutto le forze armate (dato più o meno stabile nel corso dell'ultimo anno), seguono le organizzazioni del volontariato con il 23,6%, l'intellighenzia professionale e scientifica con il 21,4%. Solo il 17% si fida dei partiti politici esistenti.

Anche per questo il 70% degli interpellati si augura un ricambio nella classe dirigente. A questo giudizio fa però seguito un dato che è solo all'apparenza contraddittorio: due terzi degli ucraini non vogliono elezioni in tempo di guerra e di legge marziale.

Oggi è il momento di difendersi, è la spiegazione. E anche questo dato, secondo i sondaggisti interpellati dall'Ukrainska Pravda, non è cambiato in maniera significativa dall'autunno scorso. Con buona pace di Donald Trump e Vladimir Putin.

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