Le armi a lungo raggio e la ricostruzione. Zelensky vede Meloni: "Ora pace giusta"

L'incontro è durato circa 40 minuti. Il presidente ucraino ha ringraziato e chiarito di non avere alcun problema con Roma. Al via i preparativi per la conferenza per la ricostruzione del prossimo anno

Le armi a lungo raggio e la ricostruzione. Zelensky vede Meloni: "Ora pace giusta"
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Si è concluso da pochi minuti il bilaterale tra il presidente del consiglio Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodimir Zelenskyj a margine del Forum Ambrosetti di Cernobbio. "Bene" è sata la risposta laconica che Meloni ha fornito ai cronisti che le hanno chiesto come fosse andato l'incontro; "Very good" è stata invece la reazione del presidente dell'Ucraina alla medesima domanda. L'incontro, iniziato attorno alle 9.20, è durato circa 40 minuti.

Di cosa hanno discusso Meloni e Zelensky

"Ringrazio Giorgia Meloni, che ci ha aiutato fin dai primi giorni nell'accoglienza dei nostri rifugiati e a livello finanziario e per questo siamo molto grati", ha dichiarato Zelensky, in diretta su Rai 1. Rispondendo alle domande dei giornalisti invitati al Forum Thea, in particolare sulla contrarietà di alcuni ministri del governo all'invio di armi all'Ucraina, ha assicurato di non aver alcun problema di relazioni con l'Italia, anzi, di essere alle prese con i preparativi della conferenza sulla ricostruzione del prossimo anno: nel 2025, infatti, si terrà in Italia la nuova edizione della Ukraine Recovery Conference.

In una nota di Palazzo Chigi, si legge che i due leader hanno discusso degli ultimi sviluppi del conflitto sul campo e delle esigenze dell'Ucraina in vista dell'inverno, a causa dei continui attacchi russi alle infrastrutture energetiche. Meloni ha ribadito la centralità del sostegno all'Ucraina nell'agenda della Presidenza italiana del G7 in nome di una pace giusta e duratura. Ma soprattutto l'Italia ha ribadito come il sostegno all'Ucraina sia una scelta di "interesse nazionale".

La missione di Zelensky in Italia

"Ringrazio Giorgia e il popolo italiano per il sostegno e gli sforzi congiunti nel ripristino di una pace giusta", ha scritto su X il presidente ucraino rivelando che uno dei temi principali di cui ha discusso con la leader è stato quello della "ripresa e della ricostruzione dell'Ucraina, con particolare attenzione al ripristino del nostro sistema energetico". "Apprezziamo profondamente la decisione dell'Italia di ospitare la prossima Ukraine Recovery Conference nel 2025...Abbiamo anche parlato dell'attuazione della Formula di Pace, in cui l'Italia svolge un ruolo attivo in ciascuno dei suoi punti", ha aggiunto.

Una doppia missione quella di Zelensky in Italia: come a tutti Paesi Nato suoi patron, chiede il via libera a usare le armi a lungo raggio sul territorio russo, finora negato dal governo italiano, e cerca di convincere gli imprenditori della Penisola riuniti al The European House Ambrosetti, in corso sul lago di Como, a investire nella ricostruzione di Kiev. Fra le due priorità è soprattutto il primo punto a costituire un nodo caldissimo: Zelensky ha sollevato lo stesso tema anche in Germania, dove ieri, a Ramstein, ha partecipato alla riunione del gruppo di contatto sull’Ucraina e poi, a Francoforte, ha incontrato il cancelliere Olaf Scholz. Con la differenza, però, che il no dell'Italia ha isolato Roma dal novero delle potenze Nato pronte ad abbattere l'ultimo tabù sul sostegno all'Ucraina: una linea rossa che è stata nuovamente ribadita anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.

"La fine della guerra è vicina"

"Siamo più vicini alla fine della guerra", di questo è fermamente convinto Zelensky, che ha dichiarato come le conferenze sulla ricostruzione e gli accordi concreti rafforzino l'economia oltre alla fine del conflitto. Per raggiungere l'obiettivo però il presidente dell'Ucraina ha sottolineato l'importanza che sia la Russia a muovere i primi passi.

Ieri sera Zelensky aveva ribadito: "Sono grato per i sistemi di difesa che sono stati messi a disposizione dall’Italia. Ma ci sono degli errori quando si dice in Italia o in qualche altro Paese che si ha paura che noi attaccheremo il Cremlino".

Poi, precisando di stare scherzando e scatenando i sorrisi della sala, aveva aggiunto: "È un peccato che non si possa fare". Il presidente ha poi ribadito che l'intento di Kiev è esclusivamente quello di distruggere gli aeroporti nel raggio di 100-300 chilometri da cui partono gli attacchi, nient’altro.

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