"L'accordo Italia-Albania non è a rischio". Smontati i teoremi della sinistra

Secondo Federico Castiglioni, ricercatore dell'IAI, la sentenza della Corte Europea di Giustizia sulla ridefinizione di "Stato sicuro" non avrà grandi ripercussioni sull'accordo

"L'accordo Italia-Albania non è a rischio". Smontati i teoremi della sinistra
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La Corte Europea di Giustizia ha recentemente affermato il principio in base al quale uno Stato non può essere considerato un Paese sicuro se anche solo un suo territorio o una sua Regione sono insicuri. Tale sentenza, secondo l’opposizione, può avere ripercussioni sull’Accordo Italia-Albania. Ne parliamo con Federico Castiglioni, ricercatore nel programma “UE, politica e istituzioni” dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) che assicura: "La sentenza non rende inutile il protocollo Italia-Albania".

Come nasce questa sentenza?

"Il 4 ottobre 2024 la Corte Europa di Giustizia di Lussemburgo ha emesso una sentenza riguardo al ricorso di una corte ceca che stava trattando il caso di un cittadino moldavo che stava cercando asilo in Repubblica Ceca e gli era stato negato dalle autorità perché la Moldavia, rientrava nell’elenco dei Paesi sicuri stabilito dal Consiglio europeo. La Moldavia, infatti, rispetta lo stato di diritto dove non ci sono particolari situazioni di insicurezza tranne che in Transnistria. Si tratta di una regione secessionista non controllata dalla Moldavia in cui non viene rispettato lo stato di diritto e il governo locale filorusso è già stato condannato per tortura e per arresti arbitrari."

Questa sentenza riguarda solo i Paesi d’origine dei migranti?

"Questa sentenza è valida per tutti i Paesi, sia per il Paese d’origine dei migranti sia per il “Paese terzo” che dovrebbe ospitarli come l’Albania che è considerato “sicuro” ed è candidato a entrare nell’Unione Europea."

È vero, come sostiene l’opposizione, che i centri in Albania diventano inutili se non possiamo più mandarvi i migranti provenienti da Paesi che noi consideriamo sicuri ma che, in realtà, sicuri non sono?

"È vero che nel protocollo stipulato tra Italia e Albania è prevista l’accoglienza di migranti provenienti da Paesi sicuri e che, in teoria, il numero dei migranti che potremmo mandare in Albania potrebbe essere inferiore alle attese, ma questa tesi è incompleta e fuorviante. In realtà, il protocollo si può rivedere in ogni momento dopo un voto nei parlamenti dei due rispettivi Paesi e dopo il pronunciamento delle organizzazioni internazionali. Inoltre, non è detto che la ridefinizione di Paese sicuro avvenga così velocemente e, soprattutto, non possiamo presupporre ancora quali Paesi rientreranno in questa fattispecie."

Ma esattamente che tipo di migranti accoglierà l’Albania?

"Il protocollo Italia-Albania chiarisce che i migranti soggetti al centro di riconoscimento e screening negli hotspot debbano provenire da Paesi sicuri o siano migranti trovati in condizioni di irregolarità e soggetti a espulsione sul territorio nazionale. Dirimente per le espulsioni è il Paese di provenienza ma anche qui, l’elenco dei Paesi sicuri non può essere statico, ma deve essere aggiornato periodicamente dalle autorità nazionali ed europee; considerare uno Stato insicuro a priori può essere motivato solo da pregiudizio. Vale, quindi, l'onere della prova a carico di chi afferma che un certo Paese è insicuro e la valutazione deve tenere in conto il parere della diplomazia nazionale ed europea.

Come è noto, la misura può essere utile alle autorità nazionali per avere un supporto per decongestionare i centri d’accoglienza italiani e anche Germania e Regno Unito hanno mostrato interesse per questa intuizione di Giorgia Meloni."

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