- Kaja Kallas considera la vittoria dei ribelli siriani uno "sviluppo positivo e atteso da tempo”, eppure l’Europa rischia instabilità, terrorismo e milioni di profughi. Dopo Borrell ci mancava Kallas. Chi gestisce i curricula per l’Alto rappresentante degli Esteri dell’Ue deve avere un problema bello grosso di selezione del personale.
- Alla faccia delle grandi inchieste di Milena Gabanelli. La regina dei reporter, o almeno così dicono, oggi dedica la sua puntata settimanale di “Dataroom” (dove siano i dati in questo caso è un vero mistero) ai leader della “destra” che invocano più libertà. E il calderone è talmente imbarazzante che Milena riesce a mettere insieme Orban e Milei, Salvini e Trump, l’austriaco Kickl e Giorgia Meloni.
- Il pezzo della Gabanelli trasuda amore verso l’eredità comunista. Da cosa lo si capisce? Intanto dal fatto che nelle prime righe ci tiene a precisare che ben presto il Pci aveva tagliato i ponti con Mosca (ciao core). E poi spiegando che sì, Putin è un ex comunista, ma visto che adesso è il nemico pubblico numero uno allora all’improvviso la Russia diventa “un’autarchia con altri connotati”.
- “Il termine «comunista» in realtà è usato dalle destre per indicare quei governi progressisti e di sinistra che ucciderebbero le libertà individuali”. Mi aspetto che lunedì prossimo Milena Gabanelli faccia un pezzo identico e contrario su tutti i leader della sinistra, e sugli amici suoi giornalisti, che un giorno sì e l’altro pure definiscono “fascisti” pure i libertari come Milei. Perché la verità è che l’operazione di “semplificazione” la fanno tutti: come mai Milena si accorge solo delle “destre”?
- Ps: titolando “Le Destre invocano più libertà” la Gabanelli sta facendo lo stesso identico processo di semplificazione che critica. “Le Destre”, infatti, non esistono come non esistono più i comunisti. Meloni è conservatrice; Salvini non lo sa benissimo neanche lui; Le Pen è nazionalista; Geert Wilders sovranista, ma guai a familiarizzare con gli Stati spendaccioni del Sud; e Milei con questi c’entra come il cavolo a merenda, essendo un anarco-liberista. Infine, Donald Trump potrà essere definito “puzzone” e “pazzo”, ma di certo non “di destra” come lo intendiamo in Europa. Chiaro?
- Ed ecco qui il pregiudizio. “Dunque quali sono le libertà invocate dalle destre? Quelle di potersi esprimere contro idee considerate dominanti come il Green Deal, il cambiamento climatico, l’Unione Europea, la cultura woke, il politicamente corretto. Libertà di espressione che però nessuno nega e nessun organismo giuridico, in Occidente, ha mai segnalato restrizioni al diritto d’esprimersi su questi temi. Lo stesso Musk possiede la piattaforma con 368 milioni di utenti”. E qui rileviamo una fake news e un “mancato contesto”. Primo: non è vero che nessuno ha messo in dubbio la libertà di espressione, e la prova sta tutta nella confessione di Mark Zuckerberg (che Gabanelli guarda caso dimentica) riguardo le pressioni subite dal governo Biden per censurare le notizie scomode sul Covid. E non vengono forse messi alla gogna tutti quelli che osano criticare le analisi catastrofiste sul clima dell’Ipcc? Si è forse dimenticata, Milena, che Donald Trump è stato cacciato da un social network, cioè Twitter, con una mossa d’imperio? Ed eccoci all’imprecisione. Elon Musk non è il potente proprietario di X che può così influenzare il mondo grazie al “suo” social network. Le cose stanno diversamente. Elon Musk ha speso 44 miliardi di dollari, perdendone un bel po’, perché Twitter aveva iniziato a censurare contenuti a destra e a manca. Ricordate forse il caso di Hunter Biden? Ricordate come le inchieste giornalistiche sulle sue grane siano state censurate ieri mentre oggi il padre è costretto a concedergli la grazia?
- Tony Damascelli sulla Serie A la dice giusta: ormai il nostro calcio è figlio “del guardiolismo e del tiki taka che, in assenza di artisti, hanno finito per annoiare e così rovinare il gioco”. Amen.
- Non male la proposta di introdurre la regola dei “2 minuti” per tirare in porta, mutuando i 24 secondi del basket. I grandi capoccia del calcio dovrebbero iniziare a chiedersi come rendere questo sport più avvincente. O prima o poi morirà insieme ai loro stipendi stellari.
- "Ho provato tutte le droghe: cocaina, eroina, Mdma". "Con l'eroina ha rischiato?”. "Ho trovato che fosse meraviglioso e ho deciso di non provare mai più. Un mio fidanzato era eroinomane ed è morto". Lo rivela Valeria Bruni Tedeschi a ‘Belve', il programma ideato e condotto da Francesca Fagnani. Sempre grandi esempi di vita in Rai.
- Gira un video di un poliziotto che sta registrando milioni di visualizzazioni sui social. Pasquale Griesi, sindacalista Fsp, intervenendo ad un convegno organizzato a Milano ha fornito con semplicità tre o quattro verità sulla situazione della sicurezza in Italia e sul trattamento riservato ai poliziotti. Primo, racconta il tipico tiro bersaglio contro gli agenti di cui l’Italia è campione indiscusso. Secondo, spiega per filo e per segno il dramma degli agenti che ogni tre per due finiscono sotto indagine a causa delle attività di gestione della sicurezza. Terzo, analizza con lucidità il vero significato di “integrazione”, che sta nel rispetto delle regole e non nel piegarsi alle richieste di chi va integrato. Quarto, spiattella in faccia a tutti la verità su quanto successo a Corvetto qualche settimana fa, quando “volevano ucciderci” altro che disagio sociale. Tante analisi corrette, senza buonismi e peli sulla lingua di sorta. E che ricordano a chi inneggia al dissenso che protestare in democrazia è sempre legittimo, ma nel rispetto delle regole e soprattutto di chi è chiamato a garantire la sicurezza di tutti. Anche di chi li odia.
- Report trasmette la telefonata intercorsa tra Gennaro Sangiuliano e la moglie, quando l'ex ministro ha confessato il tradimento con Maria Rosaria Boccia poi raccontato anche in diretta tv al Tg1. Parliamo di fatti accaduti tre mesi fa. Di un ex ministro dimessosi e ormai non più potente. Di una faccenda tremendamente privata e che non riguarda questioni di pubblco dominio. È uno scoop? No, perché del "tradimento" già si sapeva tutto. Aiuta a conoscere la verità? No, ficca solo il naso nella serratura. È un'opera meritevole per il giornalismo? Neanche, visto che conoscere le parole esatte di quello che si sono detti una moglie e un marito non interessa a nessuno, se non ai guardoni. E questo soprattutto perché rimette nella pubblica piazza "lei", peraltro una collega, che nulla c'azzecca con questa storia e che dovrebbe restarne fuori. Dove sono i paladini del femminismo? E sia chiaro: non lo dice il sottoscritto, ma anche Aldo Grasso che parla addirittura di “servizi spazzatura spacciati per giornalismo”, di “cialtronate”, di “finto giornalismo d’assalto” che “non aggiunge nulla di nuovo se non discredito sul servizio pubblico”.
- Cosa dire sui due carabinieri indagati per falso e depistaggio per il caso di Ramy Elgaml a Corvetto? Niente. Che al momento sono innocenti, fino a prova contraria. Che un testimone li accusa di aver toccato con la gazzella lo scooter e di avergli intimato di cancellare un video dal suo cellulare. Vedremo se è vero oppure no: i magistrati dovranno valutare l'attendibilità di quanto affermato e soprattutto capire di quale video si tratta (del morto a terra? Dell'impatto?). Prima di condannarli dovremmo almeno aspettare la fine delle indagini, come vale per tutti gli indagati. Se poi hanno veramente fatto cancellare quei video, hanno sbagliato. E in caso pagheranno. Ma diamoci un po' di tempo, ok?
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