Mannoia stufa della sinistra si candida a leader Dem

La cantante: "Questa sinistra barcolla, ecco perché i fascisti avanzano"

Mannoia stufa della sinistra si candida a leader Dem
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Disobbediente sempre, ma stavolta un po' di più. Stavolta è disobbediente da leader. Che Fiorella Mannoia abbia idee politiche molto chiare e molto di sinistra è evidente da un bel po' perché lei resta comunque - e sempre sia lodata - una delle poche artiste con il coraggio di metterci la faccia costi quel che costi. Da almeno trent'anni tutti gli altri colleghi «democristianeggiano», ossia non si schierano, nicchiano, si nascondono, specialmente se non sono della stessa parte politica di Mannoia. Però a questo giro, parlando del nuovo disco Disobbedire, lei ha disobbedito davvero ed è andata più in là. Premessa: «Non mi piace più nessun politico». Inevitabile precisazione (nell'intervista a Stefano Mannucci sul Fatto): «Questa sinistra barcolla, ecco perché i fascisti avanzano». Al di là della diagnosi, pure questa barcollante (una sinistra forte non c'è da decenni e i fascisti non ci sono da molto di più), Fiorella Mannoia, 70 anni compiuti ad aprile, ha parlato da leader, altro che da grande interprete e autrice che scalda i palchi. Stavolta ha scaldato i cuori raffreddati di chi vuole una sinistra dura e pura, diciamo vecchio stile, ma anche moderna e non ancorata al solito simbolico Peppone che rimpiange Baffone.

Insomma, Schlein scansate, c'è la Mannoia: «Dobbiamo fare una riflessione seria, abbiamo perso l'identità avvicinandoci a questo cavolo di centro». Su questo non fa giri di parole: «I moderati. Odio questa parola». Quindi viva l'estremismo. E poi ancora: «Riprendiamoci i nostri valori, combattiamo per ciò in cui abbiamo creduto. Di guerra non parla nessuno, mi aspetterei che qualcuno prendesse posizione». Lei lo fa criticando la sinistra: « I nostri leader (per nostri intende i leader della sinistra - ndr) vanno in tv. Gli chiedono: se foste al governo continuereste a mandare armi? Silenzio». Invece Mannoia parla e riempie il rumoroso silenzio dei «suoi» leader: «Allora è colpa vostra se perdete credibilità». Più chiaro di così. È anche chiaro che alla Schlein e alla sua squadra saranno fischiate le orecchie, e mica poco.

Perché? Perché, diciamocela tutta, il Pd prende legnate spesso e volentieri da maggioranza ed elettori, ma fa parte del gioco. Però se le mazzate arrivano da un volto nobile e amico, e popolare da una voce che non ha mai nascosto il proprio appoggio, beh, allora qualche problemino c'è.

E sta a vedere che a qualcuno verrà la pazza idea di avere una rossa di capelli e di spirito al posto di una segretaria arcobaleno piena di tanti colori ma senza tinte precise. Forse per la sinistra sarebbe l'ultimo modo per cambiare davvero musica e magari finire pure un concerto senza fischi.

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