Perché Prodi ha mentito?, il video inequivocabile e i silenzi: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la papera di Donnarumma, il silenzio dell'Ordine dei giornalisti e Lavinia Orefici

Perché Prodi ha mentito?, il video inequivocabile e i silenzi: quindi, oggi...

- Mi ricordo ancora gli articoli elogiativi per Gigio Donnarumma dopo i rigori parati in Champions League. Adesso la figuraccia di aver preso gol per protestare come neppure in Terza Categoria. Gigio è un grande portiere, sia chiaro. Ma non un fuoriclasse. Perché i fuoriclasse sono continui nel tempo.

- Nicola Porro pubblica il video della tirata di capelli di Romano Prodi a Lavinia Orefici. Sono sincero, visto il filmato non mi pare ci siano dubbi. Di sicuro l’ex premier non le ha solo “messo una mano sulla spalla” come ha dichiarato sperando nell’assenza di video e nella complicità dei presenti. Pessima idea.

- Resta il fatto che: 1) Prodi non avrebbe dovuto neppure mettere la mano sulla spalla alla giornalista. 2) Non ha il diritto di trattare la cronista come fosse una cretina. 3) Se sbrocchi ci può stare, ma poi chiedi scusa. Tre gravissimi errori.

- Ma quindi Romano Prodi ha “messo una mano sulla spalla” della giornalista Mediaset. Oppure le ha preso una ciocca di capelli e l’ha tirata, come sostiene la diretta interessata? C’è un video che parla chiaro: è questo. Nel frame si intravede la mano dell’ex premier tra i capelli della cronista. Va bene: qualcuno dirà che non è chiarissimo. Che forse l’ha solo sfiorata. Che si sta creando un gran casino sul nulla. Sbagliato. Ma non perché Prodi abbia commesso chissà quale crimine orrendo. Sia chiaro. Qui però ci sono tre gravissimi errori del guru del progressismo, e delle sue vestali, che occorre sottolineare. Primo: Prodi ha sbagliato già dal tono della risposta, un tantino troppo aggressivo di fronte ad una banalissima domanda su un argomento di cui tutti stavano discutendo. Poco c’azzecca la qualità presunta del questito. Poteva rispondere banalmente “non voglio dirle nulla su questo” o usare frasi più garbate. Invece ha sbroccato e l’ha trattata ingiustamente come una scema. Secondo: perdere la pazienza può capitare, succede a tutti. Basta però chiedere scusa e la faccenda finisce lì. Invece no, e qui siamo al terzo punto, Prodi ha insistito sostenendo - arrampicandosi sugli specchi - di averla solo toccata sulla spalla. E qui, però, cambia poco. Che siano i capelli o la spalla, ed erano i capelli, sia chiaro, se l’interlocutore non ti dà il permesso non ti è concesso sfiorarla. E dunque poi bisogna chiedere scusa. Inoltre non è vero che Lavinia Orefici “stava dicendo cose assurde”, come dichiarato dal Prof, visto che ha solo letto un passaggio del Manifesto di Ventotene.

- Guardate che qui non è questione di gravità dell’atto. Chi se ne frega. È solo l’ennesima prova del doppio standard che insiste nella politica e nella comunicazione italiani. Succedesse a un cronista di Repubblica, o immaginate se Salvini tirasse i capelli a Lilli Gruber, verrebbe giù il mondo. Peraltro è già successo. Ne volete la prova? 
Nel 2020, anni di Covid, Giuseppe Conte rispose con toni piccati - ma decisamente più educati di Prodi - alle domande di una collega di TPI sulle zone rosse in Lombardia. Subito l’Ordine dei Giornalisti e gli indignati speciali espressero solidarietà e condannarono l’episodio. Oppure nel 2019, quando Salvini battibeccò con un cronista di Repubblica e, dopo il caso della moto d’acqua con a bordo suo figlio, lo invitò ad andare a “riprendere i bambini, visto che le piace tanto”. Guardate quando è lunga la carrellata di comunicati stampa delle redazioni dei giornali. Oggi, invece, per difendere Lavinia Orefici niente. Zero di Zero.

- Prodi comunque ha compiuto un miracolo: è l’unico uomo, maschio, bianco, occidentale a non essere stato subito lapidato per patriarcato. Siamo un po’ invidiosi.

- La prima domanda è: ma perché Romano Prodi ha mentito? Sapendo, nonostante tutto, che ci fossero dieci telecamere accese?

- La seconda domanda è: perché gli altri giornalisti che erano lì presenti, e che hanno visto tutto, non hanno alzato il ditino per dire 'Romano, ma che stai a dì? Noi c'eravamo'. Sono stati complici? Oppure la solidarietà verso l'ex premier è maggiore alla solidarietà femminile o di categoria?

- La terza domanda è:

perché i vari Massimo Giannini e Gianni Cuperlo hanno difeso Prodi, prendendo per buona la sua versione della "spalla", e non quella della Orefici sui capelli, pur sapendo che c'era un video?

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