Pichetto: "La transizione energetica impensabile senza la sfida del nucleare"

Il ministro dell’Ambiente: "Sul fabbisogno non si può fare filosofia e pagare per megawattora il doppio degli altri Stati"

Pichetto: "La transizione energetica impensabile senza la sfida del nucleare"
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Rimini - Al ritmo attuale «tutte le previsioni stimano una domanda di energia al 2050. Quindi per raggiungere il doppio della produzione, dobbiamo sfruttare tutti i percorsi di rinnovabili, ma anche guardare all’energia nucleare, che è una sfida che noi come Paese dobbiamo portare avanti».

Gilberto Pichetto Fratin (nella foto), come sempre, non si tira indietro quando si tratta di mettere in discussione i dogmi apparentemente intoccabili del mondo ambientalista. E così, intervenendo al Meeting di Rimini in un confronto dedicato alla transizione energetica, si esercita in una operazione verità, una sortita dai toni molto diretti che fa scattare l’applauso del popolo ciellino. Il ministro dell’Ambiente parte da un dato di fatto ben noto, ma spesso dimenticato nel dibattito.

«In Italia l’energia supera i 100 euro al megawattora. Noi già usiamo l'energia nucleare dal momento che ad esempio nel 2023 l'abbiamo comprata dalla Francia per 18 miliardi di kWh. Pertanto dobbiamo stare nella ricerca e nella formazione ma dobbiamo andare nella produzione perché è l'unico modo per mantenere i livelli necessari di energia», pensando anche alla richiesta che arriva dai nuovi sistemi tecnologici a cominciare dall'Intelligenza artificiale.Serve insomma realismo, bisogna tenere i piedi per terra, perché di fronte alla richiesta di energia «è inutile fare discussioni filosofiche, non possiamo permetterci di non rispondere alla domanda di energia, non possiamo continuare a pagare l’energia il doppio dei nostri competitor europei. Ogni rivoluzione costa sacrificio e bisogna trovare un punto di equilibrio. Nessuno nel proprio Comune vuole i rifiuti del nucleare ma tutti vogliono che ci sia il reparto di medicina nucleare negli ospedali. Tutti quelli che hanno bisogno vanno a fare la scintigrafia e nessuno di coloro che non vogliono il deposito di rifiuti nucleari nel proprio territorio vieta ai suoi familiari o amici di fare pet, scintigrafia e tac. E lo stesso vale per gli uffici, dove ci sono gli antifumo che al loro interno hanno una particella che va smaltita nel deposito di rifiuti nucleari a bassa intensità. Quelli ad alta intensità non sono un problema, possiamo decidere di pagare milioni di euro d’affitto ai francesi o agli inglesi, che se li prendono e li tengono lì. Il problema resta la produzione giornaliera. Serve conoscenza e da questa bisogna partire per prendere anche consapevolezza». L’intervento del ministro va nella direzione opposta e contraria rispetto a quanti predicano la decrescita felice come una sorta di strumento con cui espiare le colpe del passato dell’Occidente. Una soluzione poco praticabile e anche egoistica visto che ci sono 350 milioni di africani – quanto tutti i nordamericani – che non hanno accesso all’energia elettrica. Pichetto è convinto che l’ambientalismo ideologico sia il principale nemico della transizione energetica e dell’ambiente. Per questo «noi continueremo la nostra battaglia per una transizione che tuteli il lavoro, le aziende e le famiglie italiane, alla ricerca di un equilibrio tecnologico, ambientale, sociale.

In uno

scenario complesso come quello attuale, in questa nuova rivoluzione industriale, l’Italia ha una sola strada: mettere in campo tutte le capacità di conoscenza dei singoli settori applicativi e di produzione dell’energia».

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