Tommaso Foti giura al Quirinale, ministro al posto di Fitto

Assume le deleghe agli Affari Europei, Sud, Politiche di Coesione e Pnrr, le stesse che aveva Raffaele Fitto, neo commissario europeo. Il nuovo capogruppo alla Camera sarà Galeazzo Bignami

Il giuramento di Foti / Quirinale.it
Il giuramento di Foti / Quirinale.it
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Il capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti, poco prima di mezzogiorno ha lasciato Montecitorio per salire al Quirinale e giurare come nuovo ministro del governo Meloni. Il deputato assume le deleghe che appartenevano a Raffaele Fitto, che si è dimesso sabato scorso dopo essere stato proclamato vicepresidente esecutivo della Commissione europea.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale la presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, firmando poi il decreto con il quale vengono accettate le dimissioni rassegnate da Fitto. Con il medesimo decreto, su proposta della premier, è stato nominato Foti ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr.

Al termine della breve cerimonia il capo dello Stato Mattarella ha salutato così il nuovo ministro: ''Ha un bel compito!'''. E gli ha augurato buon lavoro. Giorgia Meloni, sorridendo, ha condiviso l'impegno che attende Foti: ''Eh, lo sa, lo sa...":

Sessantaquattro anni, nativo di Piacenza, è stato eletto la prima volta in Parlamento nel 1996, dov'è sempre rimasto salvo negli anni dal 2013 al 2018. Dal 9 novembre 2022 era capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, carica ora nelle mani di Galeazzo Bignami. La nomina di quest'ultimo, ormai data per certa, dovrebbe essere ufficializzata già in settimana dall'assemblea dei deputati di Fratelli d'Italia.

Foti si avvicina alla politica a soli 16 anni, quando si iscrive al Fronte della Gioventù, l'organizzazione giovanile del Msi, di cui poco tempo dopo diviene segretario provinciale e in seguito membro dell'Esecutivo nazionale. A soli venti anni è eletto consigliere comunale di Piacenza, confermato in ogni consultazione per l'Msi (in seguito con An) fino al 2005. Si candida alle Regionali nel 1985, senza essere eletto, e due anni dopo riprova con le Politiche, dove risulta il primo dei non eletti nel suo partito. Gli va male anche nel 1992.

Nel 1995 aderisce alla "svolta di Fiuggi", con cui Gianfranco Fini dà vita ad Alleanza Nazionale. L'ingresso in Parlamento avviene nel 1996, nelle file del Polo per le Libertà (in quota An) nel collegio di Piacenza. Sfida non facile perché la Lega, quella volta, corse da sola: Foti risultò eletto con il 41,32% contro il 40,97% del suo principale sfidante, Fianfranco Pasquino (Ulivo).

Il 2012 rappresenta un anno di svolta. Non approvando la scelta del Pdl di sostenere il governo di Mario Monti, segue Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto che, nel dicembre di quell'anno, danno vita a un nuovo partito, Fratelli d'Italia. Viene rieletto in Consiglio regionale in Emilia Romagna e, da lì, comincia la sua nuova scalata politica. Il ritorno in Parlamento avviene nel 2018. Nel 2022 viene riletto per la sesta volta alla camera, ottenendo 92.699 voti (52,53%) nel collegio uninominale di Piacenza.

Considerato uno dei fedelissimi della premier Giorgia Meloni, del suo impegno politico nella sua biografia ama dire: "Il lavoro è tanto, ma chi mi conosce sa che non mi fermo davanti alle sfide, neppure a quelle impossibili". E ancora: "Sono leale e credo nell’amicizia. Non ho particolari vizi, che non siano quelli propri di tutti gli umani".

Con la stampa Foti vanta rapporti precocissimi, come ama ricordare lui stesso in toni scherzosi: "Nel settembre del 1967, a 7 anni, rilascio la mia prima intervista a 'Il

Richiamo' il mensile della mia originaria parrocchia (SS.Trinità). Allora, quasi tutti mi chiamavano Masino (diminutivo di Tommaso, il mio nome di battesimo) e tale sono rimasto anche oggi per gli amici più affezionati".

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