Max Verstappen quattro volte re. Ma non paragonatelo a Fangio, Schumi o Hamilton

Per Max Verstappen e la Red Bull è arrivato il tempo di andare. A loro modo hanno stancato, serve nuova linfa. È tutta la stagione che i segnali si sovrappongono

Max Verstappen quattro volte re. Ma non paragonatelo a Fangio, Schumi o Hamilton
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Quattro volte campione del mondo. Il viziato, scorretto, talentuoso Max Verstappen re al quadrato di una formula uno moderna dove i cicli ad un certo punto servono e ad un certo punto stancano. Quando servono, i cicli arrivano; quando stancano, i cicli vanno. Dalla fine dell'epoca gloriosa del Circus, a inizio anni Ottanta con la discesa in pista di grandi, enormi interessi, è sempre stato così. I cicli McLaren, Williams, Benetton, di nuovo McLaren, Ferrari, Red Bull, Mercedes, di nuovo Red Bull. Nulla di oscuro. Quando il Circus si accorge che il dominio prolungato di un campione inizia a stancare, bastano semplici spostamenti di tecnici, risorse, sponsor, attenzioni, nuove regole e opplà: qualcosa muta. E, appunto, i valori cambiano e si viene e si va.

Per Max Verstappen e la Red Bull è arrivato il tempo di andare. A loro modo hanno stancato, serve nuova linfa. È tutta la stagione che i segnali si sovrappongono: i guai di Horner, l'addio di mago Newey e il suo approdo alla Aston, il ritorno McLaren, la Ferrari a singhiozzo che attende Hamilton. Max è campione del mondo con un quinto posto e una seconda parte di stagione calante.

Campione per la quarta volta di fila. Come Fangio, come Schumi, come Hamilton, come Vettel. Già, come Vettel, e come lui proprio al volante della Red Bull. Qui sta il limite di Max.

l Fangio, gli Schumi, gli Hamilton avevano dimostrato di saper vincere con altre squadre o resuscitare team, Vettel no. Una meteora lunga quattro stagioni che fuori dalla Red Bull non ha saputo confermarsi. Questa sarà la prossima sfida del re al quadruplo Verstappen. E non sarà semplice vincerla.

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