
“Era un dovere dell’Italia bloccare Almasri”. Questa l’accusa rivolta al governo da Lam Magok Biel Ruei, l'uomo che ha presentato una denuncia alla Procura di Roma a carico del premier Giorgia Meloni e dei ministri Nordio e Piantedosi in relazione alla vicenda del generale libico accusato di crimini contro l'umanità ed espulso dall'Italia, dopo la scarcerazione, il 21 gennaio scorso. Intervistato da “L’aria che tira”, in onda su La7, il sudanese ha puntato il dito contro l’esecutivo, tanto da dipingere il Paese come una sorte di regime
"Quando sono arrivato in Italia ho pensato che fosse un Paese in cui tutti potevano essere liberi. Da noi ci sono le dittature e allora ho pensato che l'Italia fosse un Paese da cui imparare” le parole di Lam Magok, arrivato in Italia su un barcone. "Sono stato vittima due volte, prima in Libia nei centri di detenzione e poi in Italia, il paese che ha liberato il mio torturatore” ha aggiunto, sottolineando che "Almasri è un criminale, essere liberato per lui è un altro modo di vincere e di tornare a commettere atrocità".
L’immigrato ha raccontato l’inferno attraversato a Mitiga, dalle violenze ai soprusi. Ai microfoni del programma condotto da David Parenzo, ha affermato che Almasri e i suoi collaboratori avrebbero utilizzato i migranti per trasportare i cadaveri del centro di detenzione all’interno dei container. Anche se in realtà nel dossier d’accusa della Corte Internazionale non si fa mai riferimento ai migranti: come spiegato da Gian Micalessin sulle pagine del Giornale, Almasri si è occupato di sospetti terroristi.
Il nuovo attacco contro il governo del sudanese è destinato a fare discutere. Ricordiamo che l’uomo ha messo a disposizione dei magistrati un atto di nove pagine con una serie di allegati in cui, raccontando della sua vicenda, accusa la Meloni e i suoi ministri di “favoreggiamento”. Secondo il denunciante, l’esecutivo avrebbe "vanificato la possibilità di ottenere giustizia sia per tutte le persone, come me, sopravvissute alle sue violenze, sia per coloro che ha ucciso sia per coloro che continueranno a subire torture e abusi per sua mano o sotto il suo comando".
Con precisione fin troppo chirurgica, Lam Magok parla della presunta "inerzia di Nordio" che, a suo dire, "avrebbe potuto e dovuto chiedere la custodia cautelare del criminale ricercato dalla Corte penale internazionale".
Una mancata iniziativa che assieme al "decreto di espulsione firmato dal ministro dell'Interno, con l'immediata predisposizione del volo di Stato per ricondurre il ricercato in Libia, hanno consentito ad Almasri di sottrarsi all'arresto e di ritornare impunemente nel suo Paese di origine, impedendo così la celebrazione del processo a suo carico".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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