Un’excusatio non petita quella che è arrivata ieri dalla Triennale di Milano, una delle massime istituzioni culturali della città, faro nel campo dell’architettura e del design, con il suo Museo, di cui è presidente Stefano Boeri (nella foto), confermato nel 2022 dal Ministro della Cultura Dario Franceschini. Ecco, ieri la Triennale ha fatto quadrato attorno alla figura di Boeri, indagato per turbativa d’asta e falso nell’inchiesta sull’assegnazione dell’appalto per la Beic e a processo per il progetto del complesso residenziale Bosconavigli. «Il Consiglio di amministrazione, la direzione generale, il Comitato scientifico e tutto il personale di Triennale Milano - si legge in una nota- esprimono pieno sostegno al presidente Stefano Boeri, certi che avrà occasione di chiarire nelle sedi opportune la propria posizione. La passione, l’orgoglio e il lavoro quotidianamente svolto insieme, con dedizione e correttezza - hanno aggiunto -, saranno la guida in questo delicato momento che ci vede pienamente fiduciosi nell’operato della magistratura».
Fin qui apparentemente niente di strano. Peccato, però, che il CdA della Fondazione non si sia riunito ieri, come sembrerebbe invece dalla nota, né questa settimana, ma addirittura prima della feste natalizie quando non erano ancora stati chiesti i domiciliari. È solo circolata una nota interna ieri mattina via mail, tra tutti i membri del Cda- Giulietta Bergamaschi (Comune) Stefano Bordone (partecipanti Istituzionali), Regina De Albertis (Camera di Commercio), Alda De Rose (Comune), Sara Goldschmied (Ministero), Claudio Luti (Ministero), Elena Vasco (Camera di Commercio), Stefano Zecchi (Regione) - in cui si chiedeva l’accordo sul testo. E anche se la legge vuole che il
Cda si riunisca e che voti a maggioranza qualsiasi documento, così non è stato.
L’unico a esprimere dissenso è stato Stefano Zecchi sulla base del fatto che «la correttezza indiscutibile del lavoro svolto in qualità di presidente non andasse confusa con l’attività professionale privata e le inchieste, anche a tutela dell’istituzione che rappresentiamo - spiega -. Non solo, ho anche sostenuto che la nota fosse scorretta dal punto di vista formale e dannosa per lo stesso presidente. La direttrice generale Carla Morogallo, con cui ho parlato poco dopo, mi ha liquidato dicendo che il testo era stato approvato a maggioranza». Per quanto riguarda Comune e Regione che, appunto, nominano un membro ciascuno nel Cda, non trovano strano che Triennale abbia fatto una nota del genere, senza consultarli.
La nota nascerebbe per rispondere a varie richieste di commento sull’inchiesta Beic da parte del CdA, ma il sospetto è che qualcuno abbia iniziato a spingere per le dimissioni dalla presidenza da parte di Boeri, trattandosi di un ente pubblico. Così la tempistica è sospetta: martedì Boeri sarà sentito dal gip Iannelli per l’interrogatorio preventivo.
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