Ancora scontri a Torino, dove dai giorni scorsi il centro sociale Askatasuna, i gruppi comunisti di Cambiare Rotta e Osa, preannunciavano manifestazioni calde. Giunti sotto il politecnico di Torino, protetto da un ampio cordone di polizia, i manifestanti hanno cercato di sfondare, trovandosi davanti gli agenti che li hanno respinti. Si registra un intenso lancio di uova e di pietre, oltre che di fumogeni, contro le forze dell'ordine. Due esponenti di Cambiare rotta sono stati fermati durante gli scontri. L'intero complesso universitario è stato protetto dalla polizia, che ha impedito ai manifestanti di entrare all'interno, dove l'obiettivo era di raggiungere il rettorato, come già accaduto in altre occasioni.
Hanno "sanzionato", come dicono loro, una delle "incubatrici" delle start-up del Politecnico di Torino dove si fa ricerca, imbrattando muri e pareti con le solite scritte contro Israele e contro l'università. Ma non sono riusciti a entrare all'interno delle strutture, fermandosi all'esterno dove hanno scandito i soliti cori contro ministri, governo e forze dell'ordine. Sono, quindi, partiti in corteo, bloccando il centro di torino con l'obiettivo, dicono, di "prendersi la città". Numerosi gli interventi di universitari e studenti delle scuole, il cui linguaggio violento è quello che deriva dagli Anni di Piombo. Lo dimostra anche una delle canzoni che è stata trasmessa dalla macchina di supporto del corteo, sulla quale è montato un amplificatore al quale sono collegati i megafoni utilizzati dal corteo.
"Quando poi le camionette hanno fatto i caroselli i compagni hanno impugnato i bastoni dei cartelli ed ho visto le autoblindo rovesciate e poi bruciate, tanti e tanti baschi neri con le teste fracassate. La violenza, la violenza, la violenza, la rivolta; chi ha esitato questa volta lotterà con noi domani", hanno scandito a piena voce i manifestanti, cantando una brano di Alfredo Bandelli del 1968, come se fosse una minaccia nei confronti delle camionette della polizia che in quel momento iniziavano a profilarsi all'orizzonte, pronte a bloccarli per non farli arrivare al loro obiettivo. Hanno tentato di entrare alla Rai e hanno anche divelto un cancello con un piede di porco improvvisato trovandosi però davanti un blocco di forze dell'ordine, che ha impedito loro di fare irruzione.
"Ancora una volta le strade di Torino si sono trasformate in un campo di battaglia durante una manifestazione che avrebbe dovuto essere pacifica. Gli scontri di oggi, con lanci di sassi e uova contro le forze dell’ordine, dimostrano che la violenza sistematica e organizzata rappresenta un problema che non può più essere rinviato", sono le parole di Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. "Questo è il risultato di un clima di impunità e di regole insufficienti per garantire il rispetto delle istituzioni e la sicurezza pubblica. È indispensabile procedere senza ulteriori esitazioni con l’approvazione del Ddl sicurezza, strumento fondamentale per rafforzare la tutela degli agenti e garantire un intervento efficace contro chi pensa di poter trasformare le città in zone franche", si legge ancora nella nota. Poi, Pianese conclude: "I poliziotti non possono continuare a essere bersagli, e la violenza non può più essere tollerata sotto la maschera del dissenso".
Stesso tenore per le dichiarazioni di Stefano Paoloni, segretario generale del sindacato di Polizia Sap: "Torino si conferma una piazza difficile e pericolosa, che certamente merita approfondimenti. Si tratta di provocazioni premeditate, che non possono passare impunite". Anche da parte sua c'è la richiesta di approvare quanto prima il Ddl sicurezza e "norme che prevedano un’area di sicurezza tra i manifestanti e gli operatori delle forze dell’ordine, nonché il Daspo per i violenti. Un Paese democratico deve avere la capacità di tutelare anche i propri e migliori fedeli servitori. Anche questa volta stiamo contando i feriti, si intervenga prima che sia troppo tardi".
Anche Luca Pantanella, segretario della sezione di Torino del sindacato Fps, ha criticato quanto avvenuto stamattina, "una manifestazione inutile, ridicola e pretestuosa, organizzata senza alcuna autorizzazione e finalizzata unicamente a disturbare chi lavora, a inneggiare contro il governo, insultando le forze dell’ordine e arrivando persino al lancio di sassi e uova contro la polizia". Manifestare inq uesto modo, prosegue, "non solo non contribuisce alla causa palestinese, ma rischia di danneggiare gravemente chi sta realmente soffrendo nel territorio palestinese, già martoriato da una sanguinosa guerra".
Quindi, conclude, "chi partecipa a simili azioni si prende gioco della democrazia, usandola a proprio piacimento e a discapito degli altri cittadini. Un comportamento che, paradossalmente, non è poi così distante da quello da ciò che dicono di contestare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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