La verità sul filmato in cui la regina Elisabetta fa il saluto nazista

Alcuni anni fa fece scalpore un video del 1933 che mostrava la futura Elisabetta II fare il saluto nazista: un gesto su cui ancora oggi dibattono gli studiosi

La verità sul filmato in cui la regina Elisabetta fa il saluto nazista

Nove anni fa il Sun pubblicò un video a dir poco scioccante che, secondo alcuni, dimostrerebbe l’appoggio della royal family britannica al nazismo. Bastarono pochi fotogrammi, in cui compariva una giovanissima Elisabetta nell’atto di tendere il braccio verso l’alto, come all’epoca facevano i seguaci di Hitler, per gettare il Regno Unito nello scompiglio e ravvivare il sentimento antimonarchico di una parte della popolazione. In realtà le cose non sono così chiare come sembrano: il filmato presenta diversi interrogativi a cui nessuno ha mai dato risposte certe. Ancora adesso gli storici discutono sul suo reale significato e sulle possibili implicazioni politiche dietro quel saluto, simbolo di morte e sofferenza.

Il video che nessuno doveva vedere

Nel luglio del 2015 il Sun pubblicò sul suo sito un video inquietante di soli 17 secondi, in bianco e nero, girato a Balmoral tra il 1933 e il 1934, in cui sono presenti la futura regina Elisabetta, all’epoca una bambina tra i sei e i sette anni, la sorella Margaret di tre anni, la madre Elizabeth Bowes-Lyon (la tanto amata Regina Madre) e lo zio Edoardo (che divenne Edoardo VIII nel 1936 e rimase sul trono circa 11 mesi, prima di abdicare). Elisabetta, Margaret e la loro mamma alzano il braccio, tendendo in avanti la mano aperta e rigida nel tipico saluto nazista. Sembrano incoraggiate a compiere questo gesto dallo zio, che si trova proprio dietro di loro.

Hitler era arrivato all’apice del potere da poco, prestando giuramento come Cancelliere il 30 gennaio 1933 e di lì a pochi anni il mondo sarebbe sprofondato in un abisso di odio, dolore e violenza. Nell’edizione cartacea, ha ricordato la Cnn, il Sun pubblicò il fotogramma che cattura il momento esatto in cui Elizabeth Bowes Lyon e le figlie Elisabetta e Margaret compiono quella che per molti divenne la prova dell’adesione della royal family al nazionalsocialismo. Il titolo, “Their Royal Heilnesses”, lasciava poco spazio alle interpretazioni, giocando sull’assonanza tra “Royal Highnesses”, cioè “Altezze Reali” e “Heil”, l’esclamazione tedesca, seguita dal nome di Hitler, che accompagnava il gesto del saluto nazista.

La replica di Buckingham Palace non si fece attendere: “È spiacevole che il video, girato otto decadi fa e che evidentemente fa parte degli archivi privati di Sua Maestà, sia stato ottenuto e strumentalizzato in questo modo”. Scoppiò uno scandalo, ma Elisabetta II, mantenendo la sua usuale imperturbabilità, decise di non dar peso all'eco mediatica e rispettare tutti gli impegni pubblici in programma. Come se nulla fosse accaduto. Il Sun intervistò la storica Karina Urbach, dell’Institute of Historical Research dell’Università di Londra, che definì il video “un documento storico importante che pone seri quesiti alla royal family”.

La studiosa fu molto critica nei confronti del video e della Corona. Citata dal Guardian, ampliando il discorso con un riferimento alla riservatezza su molti documenti storici conservati al Castello di Windsor, disse anche: “Questa è un’informazione che doveva diventare di dominio pubblico 50 anni fa. Gli archivi reali contengono questioni di Stato. Il ruolo del monarca non è una faccenda puramente personale. Non abbiamo più il diritto divino dei Re”.

Immagini controverse

Non tutti gli storici, però, furono così perentori. Sempre il Guardian riportò il commento di Mark Almond, professore di Storia Moderna all’Università di Oxford che, parlando del filmato e riprendendo la polemica sugli archivi reali, dichiarò: “Un’apertura sugli aspetti riguardanti i primi anni della Regina non danneggerà il rispetto nei confronti della monarchia. Può solo rafforzare la sua reputazione di fronte al pubblico. Il video ci ricorda quante sfide questa nazione abbia superato negli ultimi otto decenni sotto i Windsor”.

La biografa Ingrid Seward, sulla stessa lunghezza d’onda, aggiunse: “…Qualunque informazione [sulla regina Elisabetta], per quanto possa essere distante nel tempo, è di enorme interesse. Le immagini di archivio si aggiungono alla conoscenza che abbiamo di lei. Sarebbe importante vedere di più”. Dunque gli studiosi (e, in parte, anche l’opinione pubblica) si divisero tra quanti videro in quel filmato una dichiarazione politica scabrosa e quanti, invece, si limitarono a giudicarlo per il suo valore storico, cercando di contestualizzarlo, di capire perché la royal family abbia compiuto un gesto del genere e, particolare di non poco conto, in che modo il video sarebbe arrivato ai giornalisti del Sun.

Da Elisabetta II a Harry

Una fonte reale anonima ipotizzò che la pubblicazione del video da parte del Sun potesse rappresentare “un problema di copyright e potrebbe essere un reato”. Parole che ci portano subito a un’altra questione: come ha fatto il tabloid ad avere un documento storico che doveva, a quanto pare, trovarsi negli archivi personali della Regina?

Gli archivisti del British Film Institute avrebbero cercato di risalire al luogo in cui il filmato è rimasto per così tanti anni prima della pubblicazione, supponendo che possa essere stato conservato nei depositi di Gaydon (Warwickshire), al Castello di Windsor, oppure, ipotesi suggestiva e non così inverosimile, nella villa di Bois de Boulogne di Wallis Simpson ed Edoardo VIII (la dimora parigina venne acquistata e ristrutturata da Mohamed al-Fayed dopo la morte della Simpson, nel 1986, ma gli arredi e gli oggetti d’arte furono messi all’asta da Sotheby’s nel febbraio 1998. Lady Diana e il fidanzato Dodi la visitarono il giorno prima del fatale incidente sotto il Tunnel dell’Alma. Nel 2019 Mohamed al-Fayed restituì la villa alla città di Parigi e nel 2023 sono iniziati i lavori per renderla un museo).

Il percorso del documento storico fino al Sun, però, non venne chiarito. Il Telegraph suggerì persino che il video fosse finito per sbaglio tra il materiale fornito da Buckingham Palace per la mostra "Royal Childhood", tenutasi proprio a Palazzo dal 25 luglio 2014 al 28 settembre 2014. Questa situazione piuttosto confusa porta con sé altri quesiti: perché il Sun decise di pubblicare il video? Possibile che non fosse a conoscenza o, comunque, non immaginasse di avere tra le mani un documento riservato? Anche in questo caso i media si divisero a metà, tra chi riteneva che il filmato fosse un documento storico, di conseguenza i britannici avessero il diritto di visionarlo e chi, al contrario, riteneva che valesse, comunque, il rispetto del copyright.

John Whittingdale, Segretario alla Cultura, disse all’Andrew Marr Show della Bbc: “È un giudizio editoriale. Spetta alla stampa decise cosa è e cosa non è appropriato pubblicare. Evidentemente hanno deciso che [il filmato] fosse di pubblico interesse e i britannici giudicheranno se hanno avuto ragione oppure no. Talvolta gli editori si trovano di fronte a scelte difficili. A volte le persone penseranno che abbiano ragione, a volte che abbiano sbagliato…ma posso comprendere…il motivo per cui la royal family è turbata”.

Molto aspra fu la critica del quotidiano tedesco Bild, che accusò il proprietario del Sun, Rupert Murdoch, di aver utilizzato il filmato solo a fini sensazionalistici: “È evidente anche al più serio detrattore dei Windsor che una bambina farebbe ciò ce le ha detto lo zio”, scrisse il giornale, riferendosi al futuro Edoardo VIII che incita le nipoti a fare il saluto nazista. Poi l’affondo finale, in cui il Bild ha ricordato quando, nel 2005, il principe Harry venne travolto dallo scandalo per aver indossato una uniforme nazista a una festa in maschera: “Sembra difficile per i britannici capire che noi ‘Crucchi’ davvero non troviamo Hitler così divertente. E così è chiaramente detto qui: quell’uomo è il più grande omicida della Storia. Al contrario i britannici trovano ‘divertente’ se il principe Harry si presenta a una festa con una fascia nazista”.

Edoardo VIII e il nazismo

È ovvio, come sostiene il Bild, che la regina Elisabetta non avesse alcuna colpa per quel gesto. Era una bambina di circa sei anni e non poteva comprendere le implicazioni di quel che stava facendo. La questione si concentra sugli adulti accanto a lei. Sembra che a girare il filmato sia stato il padre di Elisabetta e Margaret, il futuro Giorgio VI. Tuttavia non vi è alcuna certezza. Non possiamo escludere che l’allora duca di York non fosse presente, o che si fosse rifiutato di assecondare il fratello Edoardo.

Quest’ultimo, invece, sarebbe stato, secondo le fonti storiche, un simpatizzante nazista. Venne criticato duramente per le sue posizioni politiche, fin troppo vicine a quelle di Hitler. Non dimentichiamo, poi, che nel 1937 l’ex sovrano britannico e la moglie, Wallis Simpson, furono ospiti del dittatore in Germania. Non è finita qui: secondo alcune indiscrezioni Edoardo sarebbe stato costretto ad abdicare proprio per le sue simpatie verso il nazismo. Non solo per la sua storia d’amore con la Simpson. Anzi, la liaison e il matrimonio sarebbero stati fatti secondari, tornati utili per coprire la presunta verità.

Nella biografia “Seventeen Carnations. The Windsors, The Nazis and The Cover-Up” (2015), l’autore Andrew Morton ha presentato la tesi secondo la quale, se la Germania avesse vinto la guerra, l’ex sovrano avrebbe rimesso sul capo la corona del Regno Unito, diventando un “fantoccio” nelle mani di Hitler.

L’inconsapevolezza di Elizabeth Bowes-Lyon

Per la verità è sorprendente che sia stata Elizabeth Bowes-Lyon, futura Regina consorte d’Inghilterra, a compiere un gesto tanto deprecabile come il saluto nazista. Proprio lei, definita da Adolf Hitler “la donna più pericolosa d’Europa". Sempre lei, che aveva cercato di dare forza al popolo impaurito e stremato dal conflitto. Ancora lei che, rifiutandosi di lasciare Buckingham Palace all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1939, aveva detto una frase rimasta nella Storia, citata nella biografia presente sul sito della royal family: “Le bambine non se ne andranno senza di me, io non me ne andrò senza il Re e il Re non se ne andrà mai”.

Gli studiosi proposero una spiegazione: Hitler era da poco Cancelliere, le sue intenzioni non sarebbero state ancora chiare, come pure le informazioni su di lui. Certo, le premesse non erano delle migliori, ma non è escluso che la royal family, in un primo momento, abbia sottovalutato i rischi insiti in un’ideologia come quella nazista.

Lo storico Hugo Vickers dichiarò alla Bbc: “La Regina Madre non avrebbe saputo molto di Hitler all’epoca, perché era appena arrivato al potere. Lei è stata una delle grandi figure della seconda Guerra Mondiale, vestita in abiti civili, mentre faceva un fantastico lavoro, proponendo una rappresentazione della pace. La Regina Madre non era una simpatizzante nazista”.

Vickers mise perfino in dubbio le apparenze riguardanti il filmato: “Per la verità non è neanche per forza un saluto nazista”, ipotizzando che quel gesto fosse più simile al saluto fascista (ma così di sicuro le cose non migliorano), oppure a quello di Bellamy (nel 1892 Francis Bellamy scrisse il Pledge of Allegiance, il giuramento di fedeltà alla bandiera americana e, come accompagnamento al testo, ideò un tipo di saluto ispirato a quello romano).

Ma torniamo al punto di partenza: sfugge il motivo per cui Elizabeth, Edoardo e le piccole Elisabetta e Margaret avrebbero dovuto imitare il saluto fascista o quello alla bandiera americana. Karina Urbach, invece, si disse certa che la Regina Madre fosse consapevole di ciò che stava facendo nel video, perché avrebbe visto il saluto nazista durante i suoi viaggi in Germania nel 1928 e in Italia nel 1930. Non solo. “Molti aristocratici videro il partito nazista come una soluzione a qualcosa che li spaventava ancora di più”, spiegò ancora la Urbach, cioè il comunismo. “Negli anni Trenta molte persone pensavano di dover affrontare una guerra ideologica: o il comunismo o il fascismo e di dover supportare il fascismo”.

Sembra che Edoardo VIII, per esempio, fosse “ossessionato” dall’assassinio dei Romanov, suoi cugini. Secondo la Urbach la royal family non sarebbe stata “necessariamente a favore della politica tedesca”, ma avrebbe comunque “tentato di giustificare o ignorare gli eccessi” del nazismo. Si tratta di affermazioni molto forti che, però, non sono mai state dimostrate. Julie Gottlieb, docente senior di Storia Moderna Sheffield University, propose un’altra interpretazione del video: “Hitler era costantemente messo alla berlina e sempre sui giornali e nelle vignette, veniva sempre preso in giro e il saluto era il suo marchio di fabbrica. Non sarebbe affatto sorprendente scimmiottare questo tipo di atteggiamento, solo per ridere”.

Anche un semplice scherzo può essere discutibile, data la presenza di Edoardo e anche la gravità di quello che accadde negli anni successivi. È vero, all’epoca Elizabeth Bowes-Lyon e la sua famiglia non potevano ancora sapere quali orrori avrebbe compiuto il nazismo ma, con un po’ di lungimiranza, guardando alla situazione politica e sociale dell’epoca, era difficile non porsi domande, non avere dubbi, né il minimo sospetto.

Gli storici dibattono ancora oggi sul senso, sull’origine di quel video in cui, forse, la royal family non aveva ancora capito davvero cosa l’aspettava e contro cosa l’umanità intera avrebbe dovuto combattere.

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