"Ci prepariamo alla guerra nello spazio". Così la Space Force Usa esce allo scoperto

La divisione militare istituita da Donald Trump nel 2019 esce dall'ombra e svela la sua missione contro le sfide poste da Cina e Russia

"Ci prepariamo alla guerra nello spazio". Così la Space Force Usa esce allo scoperto
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Scordatevi le vaste pianure dell’Ucraina orientale o gli aridi deserti mediorientali. La prossima guerra potrebbe infatti non scoppiare sul nostro pianeta ma nello spazio. A contraddire gli scettici che liquidano questo scenario come materiale per l’ennesimo film di fantascienza ci pensa il Wall Street Journal, il quale ha acceso i riflettori sulla U.S. Space Force, il comando spaziale americano impegnato a scongiurare possibili Star Wars.

È dagli anni Ottanta che Washington immagina uno scontro tra superpotenze nello spazio. All'epoca si era all’apice del confronto con Mosca. Alla Casa Bianca c'era Ronald Reagan e c’è chi sostiene che solo un ex attore di Hollywood avrebbe potuto concepire tale visione. È però molti anni più tardi, nel 2019 e per iniziativa di Donald Trump, che gli Stati Uniti si sono dotati di una forza militare dedicata esclusivamente alle minacce provenienti dall'oscurità spaziale.

Per quanto di dimensioni inferiori alle altre divisioni delle forze armate statunitensi, la Space Force può comunque contare su risorse non trascurabili: 15mila unità tra personale civile e militare e un budget annuale di circa 30 miliardi di dollari. La fondazione di questo comando è stata accompagnata da commenti ironici a causa delle divise scelte per i militari, oltretutto definiti Guardiani, e per lo stemma che sembra richiamare quello presente sulle uniformi dei personaggi di Star Trek.

A distanza di cinque anni e con tensioni geopolitiche ai massimi livelli, la percezione dell'utilità della missione della Space Force ha però oscurato qualsiasi critica. Tanto più che i suoi comandanti hanno abbracciato una campagna di public relation volta a spiegare meglio agli americani il lavoro svolto da questa divisione. “Non vogliamo dare l’impressione che abbiamo una natura offensiva ma non puoi dimostrare risolutezza senza una capacità di attacco”, afferma il Colonello Raj Agrawal a capo della Delta 2, un’unità composta da circa 500 uomini con team impegnati a monitorare in tutto il mondo qualsiasi oggetto nello spazio che potrebbe trasformarsi in una minaccia per gli Usa.

I comandanti della Space Force hanno deciso di uscire allo scoperto a seguito dei progressi registrati dagli avversari dell’America. A preoccupare è lo sviluppo cinese di flotte di satelliti impiegati per la sorveglianza o per fini offensivi. Solo negli ultimi due anni Pechino ha lanciato oltre 400 satelliti, la gran parte dei quali in grado di tracciare oggetti sulla Terra. Non è da meno la sfida posta dalla Russia. Nel febbraio del 2022, pochi giorni prima dell’inizio della guerra d’aggressione contro l’Ucraina, Mosca ha lanciato Cosmos-2553, un’arma nucleare anti-satelliti la cui esistenza è stata rivelata solo quest’anno e che è stata definita come l’equivalente nello spazio della crisi dei missili di Cuba.

Persino nella campagna elettorale americana le questioni “extraterrestri” hanno attirato una certa attenzione. Trump ha dichiarato che se rieletto istituirà una Guardia nazionale spaziale.

Kamala Harris, che ha guidato durante l’amministrazione Biden i lavori del National Space Council e ha visitato a fine maggio il quartier generale della Space Force in Colorado, ha affermato pochi mesi fa che “la sicurezza nazionale e la stabilità globale dipendono dalla nostra forza nel cielo e nello spazio”. Una presa di posizione che potrebbe essere condivisa anche dallo sfidante repubblicano e rappresentare così un sorprendente quanto raro punto d'incontro tra le piattaforme dei due candidati alla presidenza.

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