Messo in croce

Domanda. Ma la kefiah, il tilak induista, il burqa, i Payot ebraici, il dharmacakra buddista sono un problema politico o è la Morani che ha un problema mentale?

Messo in croce
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Quando l'altro giorno abbiamo visto il video del segretario di Stato americano Marco Rubio con un segno di croce fatto sulla fronte, come si fa il Mercoledì delle Ceneri, per prima cosa ci siamo ricordati della nostra nonna materna, che lo faceva ogni Quaresima. Poi abbiamo pensato che un conto è una nonna, un altro è un politico; un conto è portare il segno nella piazza del paese, un altro in tv. E abbiamo pensato che sì, Rubio è cattolicissimo e un tradizionalista. Ma, insomma, forse la cosa era troppo scenografica.

Poi abbiamo sentito Alessia Morani, che è un po' il Salvini del Pd, chiedersi

se il gesto di Rubio sia «un problema politico o di salute mentale?». E a questo punto abbiamo cominciato a dare ragione a Rubio. Tanto più che i social sono stati inondati di foto di decine di politici apparsi in pubblico con la croce sulla fronte il Mercoledì delle Ceneri: Biden, l'ultra progressista Ocasio-Cortez, la democraticissima sindaca di Boston, eccetera... Nonostante ciò, in Italia, hanno criticato solo Rubio.

Se si fosse vestito da donna chiedendo di farsi chiamare Maria sarebbe diventato un eroe.

Domanda. Ma la kefiah, il tilak induista, il

burqa, i Payot ebraici, il dharmacakra buddista sono un problema politico o è la Morani che ha un problema mentale?

Va bene, dai.

È Quaresima. Perdoniamo tutto e dimentichiamo le offese e i pregiudizi. Ma ricordiamoci una cosa: che la libertà religiosa è un valore non negoziabile. Soprattutto per i paladini della diversità come Lei, signora Morani.

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