Il piano di Trump: cacciare Zelensky e avere le terre rare. Strappo Onu e G7

L'ombra di Zaluzhny. Nuova proposta sui minerali. Niente appoggio a Kiev

Il piano di Trump: cacciare Zelensky e avere le terre rare. Strappo Onu e G7
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La spaccatura di Washington con Kiev rimane profonda, tanto quanto sembra sempre più ampia l'apertura verso Mosca. Dopo l'attacco frontale con cui ha definito Volodymyr Zelensky «un dittatore mai eletto», Donald Trump ha rincarato la dose dicendo che «farebbe meglio a muoversi più velocemente. Non gli rimarrà più un paese».

Per il tycoon i russi «hanno le carte in mano» nei negoziati: «Penso che vogliano vedere la fine della guerra, ma penso anche che abbiano le carte in mano perché hanno conquistato molto territorio». Ieri gli Stati Uniti si sono rifiutati di essere co-autori di una bozza di risoluzione dell'Onu in occasione del terzo anniversario dell'invasione dell'Ucraina. Il testo sostiene l'integrità territoriale del Paese e condanna l'aggressione dell'esercito di Vladimir Putin, ma secondo fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro «la situazione attuale è che gli Usa non la firmeranno». Secondo il britannico Economist, l'amministrazione Trump mira a «liberarsi di Zelensky» come presidente e starebbe già lavorando per questo scopo, evocando il nome come possibile successore del generale Valery Zaluzhny, ex popolare comandante delle forze ucraine silurato a suo tempo proprio dall'attuale capo di stato e spedito a Londra come ambasciatore.

Zelensky, intanto, ha incontrato nella capitale il rappresentante speciale di Trump per Ucraina e Russia, Keith Kellogg, ma quest'ultimo ha deciso di annullare la sua conferenza stampa dopo il faccia a faccia.

Mentre il presidente ha chiesto «legami forti» con gli Stati Uniti affermando di aver avuto un «incontro produttivo» con Kellogg: «Relazioni forti tra i nostri Paesi sono vantaggiose per il mondo intero», ha aggiunto. Ma il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Mike Waltz, ha lanciato un monito a Kiev, dicendo che deve «abbassare i toni» delle sue critiche al tycoon e «firmare l'accordo» sui minerali strategici proposto dagli Stati Uniti.

Washington, infatti, vuole raggiungere un'intesa prima di autorizzare potenzialmente un maggiore sostegno militare, o di proseguire con il tentativo di mediare i colloqui di pace con Mosca, optando per un accordo semplificato. Questo dopo il rifiuto da parte di Zelensky di una proposta «dettagliata» la scorsa settimana, secondo cui gli Usa avrebbero ricevuto il 50% dei minerali critici dell'Ucraina tra cui grafite, uranio, titanio e litio. Il segretario al Tesoro Scott Bessent è stato trattato in modo «piuttosto maleducato» durante una sua recente visita nella capitale ucraina, e non è stato ricevuto dal presidente, che «dormiva», ha detto Trump, riferendosi proprio alla missione compiuta per chiudere l'accordo. Ieri però Trump ha rilanciato, offrendo a Zelensky un nuovo accordo sui minerali. Una bozza che è stata definita «migliorata».

Intanto, dal Wall Street Journal arriva un nuovo attacco contro il comandante in capo, scrivendo che «vuole svendere l'Ucraina e sta premendo su Kiev più di quanto non stia facendo sulla Russia per raggiungere un accordo».

«Una sfida nell'era Trump è distinguere quando il presidente vuole attirare l'attenzione e quando le sue osservazioni indicano un reale cambiamento nella politica e nelle priorità - si legge nell'articolo - L'assalto retorico a Kiev negli ultimi giorni sembra essere un esempio del secondo, e forse è il segno di una brutta soluzione in arrivo». Si è tentati, sottolinea il board editoriale a proposito degli attacchi a Zelensky, «a liquidare questi come mera retorica, ma c'è la sensazione di un intento politico da parte di Trump».

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