"Renzi gioca su più tavoli e adesso attacca con il gossip". Intervista a Elena Bonetti

L'ex ministra: "Sceglie il campo largo? Quella coalizione è un'etichetta vuota"

"Renzi gioca su più tavoli e adesso attacca con il gossip". Intervista a Elena Bonetti
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Elena Bonetti, 50 anni, ex ministro delle pari opportunità, ex Renziana, ora deputata di Azione. É una delle donne più vicine a Carlo Calenda. Si sta giocando la scommessa della costruzione di un nuovo centro. Ma...

Matteo Renzi si è spostato a sinistra. Il campo largo sta diventando attrattivo?

«Il campo largo non è attrattivo e noi confermiamo la nostra non adesione al campo largo».

E gli spostamenti di Renzi?

«Potrei dire: ve l'avevo detto. Le cose ora sono molto chiare. Italia Viva si è staccata da Calenda per giocare su due tavoli. Prima ha cercato di avvicinarsi al centrodestra su molti temi importanti, come il premierato e l'inchiesta sul Covid, poi visto che quella porta si era chiusa si è spostata verso il Pd e il campo largo».

Ma in questo modo è entrata in contraddizione con se stessa, o no?

«Certo. Ricordo le parole sprezzanti che usarono verso Azione quando tentammo una convergenza con la sinistra su un tema molto importante come quello del salario minimo».

Non erano d'accordo?

«Noi ponevamo una questione molto seria. I salari in Italia sono i più bassi d'Europa».

Come risposero?

«Dicendo che stavamo facendo le prove per entrare nel campo largo»

E ora?

«Ora sono loro che entrano nel campo largo e anziché fare opposizione sul merito si lasciano andare ad attacchi da gossip al premier. Nulla di più distante dalla nostra politica».

Marattin per questa ragione ha deciso di uscire da Italia Viva?

«Andrebbe chiesto a lui. Ma certamente ha tratto le conseguenze».

Marattin dice che c'è un limite agli spostamenti tattici. Che bisogna essere coerenti con le idee di fondo. E perciò ha deciso di abbandonare la nave. Lei è d'accordo con Marattin?

«Non si tratta di essere d'accordo o meno. Si tratta di intenderci su un punto. Che poi è la ragione per la quale io ho aderito ad Azione. E cioè il principio che una posizione politica di centro non può essere subalterna né a una idea politica di destra né di sinistra».

In che consiste questa indipendenza?

«Nel non affrontare i problemi con spirito di parte o di schieramento ma solo con l'idea di risolverli. Dialogando sia con il centrodestra che con il centrosinistra, escludendo atteggiamenti e parole estremisti».

Di Forza Italia cosa pensa?

«Penso che anche Forza Italia debba riconquistare la sua indipendenza di forza centrista. Non può restare subalterna alle posizioni della Lega o di Fratelli d'Italia. Altrimenti viene snaturata».

Mi fa un esempio di subalternità di Forza Italia?

«La Giustizia. Per esempio su quella norma del decreto sicurezza che prevede il carcere anche per le madri con i figli piccoli, Forza Italia ha dovuto piegarsi e allinearsi».

È realpolitik?

«Io chiedo come sia possibile che in Europa FdI e Lega siano su posizioni di opposizione a Forza Italia e invece qui da noi Forza Italia debba allinearsi alla Lega e FdI».

Perché esclude l'entrata nel campo largo?

«Perché penso che per fare politica bisogna avere un'agenda di cose da fare. L'agenda del campo largo semplicemente non esiste».

Mi faccia qualche esempio

«Politica energetica. Noi siamo per un nucleare di nuova generazione da realizzare subito. Il campo largo non è d'accordo. E poi la politica estera, a partire dall'Ucraina. Noi siamo per la difesa comune, e anche su questo il campo largo non è d'accordo. Oltretutto nello stesso campo largo ci sono dissensi. E allora che campo è? É un etichetta vuota».

Secondo lei andrebbe cambiato il sistema elettorale?

«Il proporzionale garantirebbe la

riapertura del dialogo politico in Parlamento. Forse porrebbe fine al costume dello scontro muscolare destra-sinistra. Però prima bisogna trovare una proposta politica, prima va costruito il centro, e stiamo lavorando a questo».

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