Il ritorno (sui social) di Mr Telegram. "Io colpito da leggi francesi antiquate"

Durov si difende: "Contro di me norme pre-smartphone"

Il ritorno (sui social) di Mr Telegram. "Io colpito da leggi francesi antiquate"
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Pavel Durov ha deciso di difendersi con la stessa arma che l'ha condotto in carcere, Telegram. Arrestato lo scorso 24 agosto all'aeroporto di Parigi, il 39enne fondatore e amministratore delegato dell'azienda con sede a Dubai si è detto sorpreso delle accuse formulategli e del fatto di essere ritenuto responsabile per i contenuti pubblicati da altre persone. L'uomo d'affari con passaporto russo, francese ed emiratino, il cui patrimonio personale è stimato in 16 miliardi di dollari, ha spiegato che «usare le leggi dell'era pre-smartphone per accusare un amministratore delegato di crimini commessi da terzi sulla piattaforma che gestisce è un approccio sbagliato. Ogni giorno cancelliamo milioni di messaggi e canali dannosi». Durov e suo fratello Nikolai, che hanno fondato la piattaforma nel 2013, erano stati raggiunti già lo scorso maggio da mandati di perquisizione nell'ambito di un'indagine preliminare delle autorità francesi. Già in quell'occasione il magnate aveva riconosciuto che, vista la crescita di utenti (950 milioni in tutto il mondo), i criminali avrebbero potuto abusare più facilmente di Telegram. Per questo oggi rispedisce al mittente le accuse secondo cui Parigi non avrebbe ricevuto alcuna risposta da Telegram alle sue richieste di rimuovere contenuti: «Telegram ha un rappresentante ufficiale nell'Ue che accetta e risponde alle richieste. Il suo indirizzo email è pubblicamente disponibile per chiunque lo cerchi su Google». E aggiunge, «mi sono prefissato l'obiettivo di garantire miglioramenti significativi alla piattaforma. Spero che gli eventi di agosto consentano a Telegram, e al settore dei social, di diventare più sicuri e più forti». Da Mosca il portavoce del Cremlino Peskov ha spiegato che «l'azione penale non deve trasformarsi in una persecuzione politica». Tra i sostenitori di Durov figurano anche Edward Snowden, ed Elon Musk. Al fondatore di Telegram è stato vietato di lasciare la Francia dopo la sua incriminazione. Durov si trova sotto stretto controllo giudiziario, soggetto a una cauzione di 5 milioni di euro e a presentarsi a una stazione di polizia due volte a settimana. Nel frattempo un altro caso simile è scoppiato negli Usa: il procuratore generale del New Mexico, Raúl Torrez, ha intentato una causa contro Snapchat, piattaforma di messaggi multimediali, sostenendo che il design e le politiche del sito favoriscono la condivisione di materiale pedopornografico e facilitano lo sfruttamento sessuale dei minori.

Il suo fondatore e Ceo, Evan Spiegel, ha replicato riferendo che «negli ultimi anni abbiamo investito centinaia di milioni di dollari per la sicurezza. La nostra coscienza è a posto». Torrez aveva promosso a dicembre un'azione giudiziaria simile contro Meta, la società madre di Instagram e Facebook, poi archiviata.

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