Rocio trascinata 13 metri. Il pm: il camionista mente

L'autista: "Non mi sono accorto dell'impatto". Ma si è fermato per alcuni secondi e ha chiamato l'avvocato

Rocio trascinata 13 metri. Il pm: il camionista mente
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Si è sbracciata, ha tentato di attirare l'attenzione del camionista, per fermare il tir che poi l'ha travolta e trascinata per 13 metri. Rocio Espinoza Romero, la 34enne che mercoledì mattina è morta a Milano, all'incrocio tra viale Serra e viale Scarampo mentre era con la madre e i suoi gemelli di un anno nel passeggino, ha cercato disperatamente di evitare la tragedia. Lo ha messo a verbale un testimone oculare, che ha a propria volta suonato il clacson per avvisare l'autista del camion. Lui, Francesco Monteleone, 24 anni ha detto di non essersi fermato dopo l'investimento perché non si è accorto di nulla. Ma i primi elementi emersi dalle indagini lo smentiscono.

Le indagini sono affidate alla polizia locale. Il pm Paola Biondolillo ha chiesto la convalida dell'arresto per il camionista e la custodia in carcere per l'accusa di omicidio stradale aggravato dalla fuga. Per gli inquirenti, non è credibile che Monteleone non si sia accorto dell'urto. Perché nei video di sorveglianza si vede che il camion, dopo aver investito la donna, si ferma per circa quattro secondi e poi riparte verso una cava ad Arluno, dove il giovane ha continuato a lavorare. Inoltre risulta che alle 11 abbia telefonato a un avvocato di Bari, che gli era stato indicato dal datore di lavoro. Non solo. Negli atti che hanno portato alla richiesta di custodia cautelare in carcere, ci sono altri elementi che fanno ritenere alla Procura il 24enne si fosse accorto di aver travolto sulle strisce, subito dopo aver svoltato al semaforo, la 34enne che è riuscita a salvare la vita ai suoi gemellini dando una spinta al passeggino. Stando agli accertamenti infatti, l'investimento non è avvenuto nel cosiddetto «angolo cieco» (il camion aveva i sensori, ma non erano attivati), ma si sarebbe trattato di un «impatto frontale» che ha riguardato non una ma «quattro persone». Tra l'altro la nonna dei piccoli, sbalzata per otto metri e ancora ricoverata in prognosi riservata, e gli stessi bimbi, che hanno una prognosi di cinque giorni, dopo l'incidente sarebbero stati ben visibili per l'autista, perché erano dal lato del guidatore. Infine alcune auto intorno al camion, e non solo quella del testimone oculare, avrebbero suonato ripetutamente il clacson per fermare la fuga.

Il telefono del camionista è stato sequestrato, per verificare se al momento dell'incidente fosse al cellulare. L'esigenza cautelare indicata dal pm nella richiesta è il pericolo di reiterazione del reato. Le analisi sull'uso di alcol e droghe hanno invece dato esito negativo. Il 24enne, che non ha precedenti penali ed è difeso dall'avvocato Roberto Tournier, sarà interrogato oggi dal gip Alberto Carboni. Ieri il sindaco di Milano Beppe Sala ha incontrato il marito della vittima e la sua famiglia ed è tornato a parlare della tragedia. «Chiudere la città ai mezzi pesanti? È molto complicato - ha detto -. Piuttosto si può pensare a regolamentare in maniera diversa gli orari». Poi ha raccontato: «Sono stato a trovare la famiglia della donna uccisa, la quale con eroismo è riuscita a spostare la carrozzina e a salvare i bambini.

Ho portato le condoglianze e ho chiesto se potessimo dare una mano, anche per i funerali. La signora Rocio lavorava di notte al Trivulzio e di giorno studiava per diventare infermiera e il marito è falegname. Ho trovato un esempio di famiglia di immigrati che si è integrata in maniera eccezionale».

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