La sinistra condanna già i soccorritori di Cutro

Dal vescovo alla Schlein, il naufragio usato contro il governo. La loro sentenza: "Strage di Stato"

La sinistra condanna già i soccorritori di Cutro
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L'epitaffio sui 94 morti di Cutro diventa una sentenza di condanna per il governo, colpevole secondo la sinistra di una «strage di Stato» a cui avrebbero partecipato i sei tra ufficiali e sottufficiali della Guardia di finanza e della Guardia costiera, accusati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo (il 5 marzo inizia il processo), come se avessero obbedito a un ordine del Viminale di non intervenire. Il tema della lotta all'immigrazione clandestina si mescola al giallo dell'equipaggio di Mediterranea Saving Humans spiato da Paragon e alla mancata consegna del comandante libico Osama Almasri, sprofondando così nell'abisso della peggiore speculazione politica, con lo stato maggiore del Pd - il leader Elly Schlein, i parlamentari calabresi Pd Nicola Irto e Nico Stumpo, il parlamentare europeo Sandro Ruotolo, assieme al vicepresidente Cei monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio, a battersi il petto alle 4 del mattino di ieri sulla spiaggia di Steccato di Cutro, in cui esattamente due anni fa un cacicco con a bordo più di 200 persone si schiantò su una duna di sabbia. L'assenza di emissari di Giorgia Meloni e di Giuseppe Conte suona come una condanna anticipata, non basta aver processato gli scafisti, servono responsabilità istituzionali da rivendicare sull'altare della lotta politica. «Fu una sfortunata combinazione di eventi, una tempesta (im)perfetta», spiegò al Giornale uno dei primi soccorritori. Il barchino Summer Love era marcio («ma alcuni chiodi erano nuovissimi, segno di una riparazione di fortuna recente»), si schiantò su una sorta di duna creata dall'affluenza in mare del fiume Cacina e si è impennato, schiacciando tutte le persone verso l'acqua, annegando chi era appesantito da pantaloni a volte doppi e dai giubbotti. Dei profughi provenienti da Afghanistan, Iran, Pakistan e Siria partiti dalla Turchia quattro giorni prima ne sono rimasti circa 80 a chiedere giustamente verità e giustizia.

«Perché i soccorsi non sono partiti subito? Cosa o chi l'ha impedito? Com'è stato possibile far annegare tutte queste persone a pochi metri dalla costa? Ci sono processi in corso, ma le domande non sono giudiziarie ma politiche. Ricordiamo bene la conferenza stampa del governo lì, le parole che furono usate, la freddezza», si chiede cinicamente la Schlein. Poco conta che Frontex non abbia allertato i soccorsi perché gli scafisti avevano stipato i clandestini in stiva o che sia colpa di una direttiva interministeriale che risale al 2005, in cui si gioca tutto sulla differenza tra un'operazione di law enforcement per la protezione delle frontiere che spetta alla Finanza gestire e un'operazione Safe and rescue che grava sulla Guardia costiera. No, per il Pd c'è la medesima regia che costruisce il suo consenso sui morti in mare, vittima di un buonismo che segna 30mila persone inghiottite dal Mare mortum per colpa di spregiudicati mercanti di uomini che lucrano su un business che ingrassa anche la 'ndrangheta, con tragedie del mare che si sono succedute con governi di ogni colore, senza che nessuno abbia mai accusato Palazzo Chigi di chissà quali colpe. Fanno male anche le parole di monsignor Savino, che parla da sacerdote e che però vede un inquietante filo rosso tra «tutte le stragi di Stato, da Lampedusa a Cutro», colpa della «complicità di chi non ha compreso che la questione migranti non va affrontata con un atteggiamento securitario, che vede sempre e comunque nel fratello e sorella immigrati un problema e non una risorsa».

Ma anche l'Europa ha cambiato idea su accoglienza e rimpatri accelerati non ci sono più i Mimmo Lucano a cui scaricare i migranti, sorvolando su una gestione allegra dei fondi del Viminale, il Pd non si vergogna neanche più di aver finanziato la Guardia Costiera libica come aveva intuito Marco Minniti ai tempi del governo di Paolo Gentiloni per fermare i viaggi della morte. E così i disperati muoiono due volte.

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