Realizzare un piano industriale per l'Italia convincente, ovvero che garantisca nuove produzioni, rilancio degli stabilimenti, occupazione, salvaguardi l'identità di marchi iconici, con investimenti in linea con il settore. Insomma, un piano capace di rimettere l'Italia al centro delle strategie di Stellantis. Sono i punti su cui sta lavorando l'italo-francese Jean-Philippe Imparato, responsabile del gruppo per l'Europa allargata. Un compito non facile, anche per i tempi stretti derivati dall'addio dell'ad Carlos Tavares, noto per centralizzare tutte le decisioni. Il 17 dicembre la presentazione ufficiale del «Piano Italia» al ministro Adolfo Urso e ai sindacati. «Al ministro consegnerò un piano per fabbrica: no a promesse che non si possono mantenere. Questo piano lo stiamo preparando con concretezza e attraverso il confronto con i settori di componentistica e motori. In questo periodo di incertezza dobbiamo coprire tutti i segmenti», le rassicurazioni di Imparato al termine dell'incontro di ieri con sindacati ai quali ha anticipato alcuni punti. L'orientamento è di raddoppiare la produzione in Italia nel 2026 e di intravedere quota 1 milione nel 2029.
Nonostante le garanzie sulla centralità del Paese, il mantenimento di Mirafiori («la nuova generazione della Fiat 500 nascerà proprio lì»), la volontà di non chiudere impianti e di ridare lustro a Maserati, la piattaforma esposta non ha convinto i sindacati. «Non c'è un piano, è una falsa ripartenza. La situazione resta complessa e il governo deve garantire risorse e ammortizzatori sociali», afferma Michele De Palma (Fiom). E Ferdinando Uliano (Fim): «Ci è stato detto che ci sarà più attenzione alle relazioni sindacali, all'Acea e al Paese in generale. Il piano individuato per i vari stabilimenti dovrà essere accompagnato da scelte concrete». «Stellantis - commenta Rocco Palombella (Uilm) - deve passare dalle dichiarazioni di principio ai fatti. Solo così il gruppo potrà riconquistare la fiducia del Paese. Nessun progetto nuovo e significativo. Anzi, il 2025 sarà un anno terribile con gli stessi volumi del 24 e solo nel 26 forse inizieremo a vedere un'inversione».
Imparato si è presentato al confronto preliminare con i sindacati svoltosi proprio a Mirafiori, con la consapevolezza che «il 2025 sarà un anno duro, ma la mia ossessione è mantenere l'attività in Italia: non c'è dubbio sulla continuità di attività qui a Mirafiori dove a novembre 2025 avremo la Fiat 500 ibrida; dobbiamo partire a bomba con l'ibrido per dare a questa fabbrica i mezzi per arrivare al giusto livello: 100mila unità l'anno». «E sempre a Mirafiori - ha anticipato il manager - mettiamo il futuro della 500 che mi porta al 2032-2033».
Su Maserati, in grave difficoltà e i cui modelli sono prodotti a Mirafiori, Modena e Cassino, Imparato prende tempo: «Maserati merita un piano a sé, più strutturato e di impatto: ci stiamo lavorando, arriverà il più presto possibile». Su Melfi è allo studio un rafforzamento del programma prodotti. Novità anche per Atessa, mentre sono in corso discussioni con Acc circa la gigafactory «congelata» di Termoli.
Il nuovo corso di Stellantis prevede l'offerta di più motorizzazioni. La strategia di elettrificazione resta ovviamente centrale grazie anche alla disponibilità della tecnologia «multi-energia» che permette di seguire le tendenze della domanda.
«Riteniamo che Acea - ha aggiunto Imparato - sia il forum giusto per dialogare con colleghi e stakeholder e costruire insieme un piano di azione a sostegno dell'intera catena del valore».
Quindi, la frecciatina a Tavares che nel 2022 aveva portato Stellantis fuori dall'Associazione, che ora riaccoglie il gruppo: «Di questi tempi è meglio essere uniti e parlare con una sola voce ad autorità europee e governi».
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