
La trattativa tra Stati Uniti e Russia per la pace in Ucraina è ufficialmente iniziata con il primo vertice di alto livello delle due potenze dall'inizio della guerra, preludio del faccia a faccia tra Donald Trump e Vladimir Putin. Come sia Washington che Mosca tengono a precisare, la discussione di oltre quattro ore avvenuta ieri a Riad in Arabia Saudita è stata in principio limitata alle questioni bilaterali (i due paesi cominceranno «a tempo debito» i negoziati sull'Ucraina, specifica il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov). Ma il segretario di stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov hanno delineato alcuni capisaldi. «Le parti devono fare concessioni per far finire la guerra in maniera accettabile per tutti», afferma il titolare della diplomazia Usa, precisando che l'America punta a una soluzione «equa e duratura». Siccome anche l'Europa «ha imposto sanzioni» alla Russia, anche l'Europa «dovrà sedersi al tavolo dei negoziati», ma «prima di tutto dobbiamo mettere fine a questo conflitto e Trump è l'unico leader al mondo che può riuscirci», sottolinea Rubio al termine dell'incontro. E poi parla con gli alleati del Vecchio Continente - i ministri degli Esteri del «quintetto», Antonio Tajani e i colleghi di Francia, Germania e Regno Unito più la rappresentante Ue Kaja Kallas - a cui in videoconferenza riferisce del negoziato. Rubio spiega che a Riad le due potenze hanno concordato su quattro principi: il ripristino delle ambasciate nelle rispettive capitali, la nomina da parte degli Stati Uniti di un team di alto livello per aiutare a porre fine alla guerra in Ucraina, la cooperazione geopolitica ed economica che potrebbe derivare dalla fine del conflitto in Ucraina, e infine l'impegno da parte di tutti a procedere in modo produttivo.
Se si metterà fine al conflitto scaturiranno «straordinarie opportunità» per i rapporti tra Washington e Mosca, aggiunge il segretario di stato. Lavrov, da parte sua, dice che «il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e tutta la sua squadra vanno fatti ragionare e ricevere una bacchettata sulle mani», riferendosi a un attacco ucraino denunciato ieri dalle agenzie di stato alla stazione di pompaggio di Kropotkinskaya dell'oleodotto del Caspio, nella Russia meridionale. Precisa poi che gli Usa hanno proposto di mettere fine agli attacchi reciproci tra Russia e Ucraina sulle rispettive strutture energetiche, ma riafferma come per il suo Paese sia inaccettabile lo schieramento in Ucraina di forze Nato in operazioni di peacekeeping.
Secondo Fox News, le due delegazioni hanno proposto un quadro per la pace che prevede tre fasi: cessate il fuoco, elezioni in Ucraina e un accordo finale. L'idea di tornare al voto, riferiscono all'emittente fonti americane, è stata solo «ventilata e potrebbe essere parte di future trattative», ma diversi diplomatici stranieri affermano che un ritorno alle urne (in cui Zelensky avrebbe scarse possibilità di vincere) potrebbe essere una parte fondamentale di un'intesa. Lavrov, tuttavia, spiega di non avere informazioni sul presunto piano: «Ho chiesto oggi a Rubio e a Waltz (il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, ndr) cosa significhi. Hanno detto che era falso».
Zelensky, che nelle prossime ore, tra oggi e domani, attende l'arrivo del rappresentante speciale di Trump per l'Ucraina, Keith Kellogg, critica duramente i colloqui sulla guerra in Ucraina senza l'Ucraina e fa arrabbiare Trump, che in serata da Mar-a-Lago fa sapere sferzante: «Sono molto deluso, ho sentito che sono arrabbiati per non avere un posto al tavolo dei negoziati». E poi, con un tocco paradossale: «L'Ucraina non avrebbe mai dovuto iniziare questa guerra».
Ma non erano i Russi gli aggressori? Trump si è comunque detto soddisfatto dei colloqui in Arabia Saudita («i colloqui sono andati molto bene, ora ho molta più fiducia») e ha anche fatto sapere che un eventuale accordo di pace in Ucraina non prevede il ritiro delle truppe Usa dall'Europa: «Nessuno me lo ha chiesto e non voglio farlo».
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