Una presenza, fisica e scenica, studiata a tavolino quella di Viktor Orbán che, anche a Tbilisi, prova a trovarsi al posto giusto al momento giusto.
Dopo essere stato il primo a fare le congratulazioni sabato sera a Bidzina Ivanishvili per la vittoria alle elezioni politiche del suo partito «Sogno georgiano», il premier ungherese ha visitato ieri la capitale georgiana, accompagnato da tre ministri (degli Esteri, dell'Economia e delle Finanze). Una visita ufficiale, quella organizzata su richiesta di Tbilisi, in occasione della quale Orbán ha incontrato il premier uscente Irakli Kobakhidze, che la scorsa primavera aveva partecipato a Budapest alla Conferenza per l'azione politica conservatrice. La Ue però non ha gradito affatto il meeting e la cornice del voto contestato dagli osservatori. Secondo la portavoce della Commissione europea, Nabila Massrali, la visita «avviene nel solo contesto delle relazioni bilaterali tra Ungheria e Georgia», passaggio ribadito anche dall'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell, secondo cui «Orbán non rappresenta l'Unione europea», ma questo viaggio serve solo a «dimostrare il suo sostegno all'esecutivo georgiano».
Critiche sono giunte anche dall'ex presidente della Georgia, Salome Zourabichvili, che parla di un gioco politico: «Se lui mina l'unità Ue, non è solo attraverso la Georgia. Questa è una questione europea».
La risposta ai sopraccigli alzati contro Orbán è arrivata dal ministro degli Esteri dell'Ungheria, Peter Szijjarto, secondo cui le elezioni non sono state vinte da Bruxelles e «dal mainstream liberale ma dal partito di governo che difende la sovranità, la pace, la famiglia e che mette prima di tutto gli interessi nazionali».
Nelle stesse ore in cui visitava Tbilisi, si è congratulato su X con l'ex primo ministro bulgaro Bojko Borisov che vinto le elezioni.
L'iniziativa di Orbán in terra georgiana è, evidentemente, anche un modo per inviare un doppio segnale, interno ed esterno alla Ue, nel momento in cui riveste il ruolo di Presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea: dare profondità alle relazioni strategiche ungheresi, sia in aree nevralgiche come appunto la Georgia, che rispetto ad alleati altrettanto strategici,
come Cina e Brasile, a cui ha chiesto recentemente di sostenere un vertice di pace tra Russia e Ucraina in aperto contrasto con le aspettative di Volodymyr Zelensky. Così Orbán punta tutto sui tavoli caucasici e balcanici.
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