Volano gli stracci tra "big" caduti dei 5 Stelle. Toninelli attacca Conte e Taverna lo difende

Botta e risposta via social tra l'ex ministro e la collega. "Il M5s non c'era". La replica: "La guerra interna ci fa male"

Danilo Toninelli
Danilo Toninelli
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Mentre la casa crolla, i parenti litigano. La lite tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo squarcia il velo sul tramonto di un mondo. Dove quelli che una volta erano ministri e plenipotenziari fanno volare piatti e bicchieri nel tinello dei Cinque Stelle. Prendiamo Paola Taverna e Danilo Toninelli. Due big del passato. La pasionaria e il gaffeur. Due simboli dell'assalto al Palazzo dei grillini delle origini. Il loro litigio, tutto via social, è l'istantanea più chiara del disfacimento di un universo. Martedì il primo botta e risposta. Parte Danilo Toninelli. Su Tik Tok e durante il suo spazio di «Controinformazione» per Radio Cusano Campus. Per l'ex ministro delle Infrastrutture, il M5s in Liguria non ha perso, ma «semplicemente non c'era». Al suo posto «il partito di Conte». Poi l'esortazione ai «Movimentisti»: «Non disperatevi perché si sta estinguendo da solo il partito di Conte». Replica di Paola Taverna, che per l'occasione torna a comparire in un video, pubblicato sui social: «Allora, Danilo, ti chiamo così perché per dieci anni abbiamo lavorato braccio a braccio e conosciamo entrambi il M5s: questa non era la lista di Conte, ma del M5s. E se oggi abbiamo il 4,5%, dipende anche da una guerra interna che ci sta facendo molto male». Ieri la seconda puntata della sfida tra vecchie glorie. «Io ieri ho fatto un video in cui raccontavo la realtà delle cose, ovvero che in Liguria il M5s non c'era perché c'erano i candidati scelti da Conte e checché ne dica Paola Taverna, che mente spudoratamente, non ci sono state autocandidature tra gli iscritti, non ci sono state votazioni dei singolo candidati, ma è stato creato un listino bloccato da qualcuno nelle stanze segrete o direttamente Conte o delegato da lui, ed è stato fatto un mero voto di ratifica, nulla a che vedere con il metodo del M5s», dice Toninelli a Radio Cusano Campus. Poi punge l'ex compagna di mille Vaffa: «Si sarà sentita tirata in ballo perché sarà stata una delle attrici protagoniste di questo disastro». E ancora: «Lei era antropologicamente compatibile con il M5s, ma a un certo punto le è stato sul ca..o questo modo di fare, lei cambia idea. Evidentemente l'obiettivo finale era il terzo mandato». Barbara Floridia, presidente della Vigilanza Rai, a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio 1, tira le somme: «Conte contro Grillo? Più movimentista Giuseppe».

La maggior parte degli ex di lusso, invece, preferisce glissare sullo scontro in atto tra Conte e Grillo. «Vorrei parlare ma non posso», ironizza un grillino già esponente di governo. «Ora faccio il mio lavoro», è un'altra delle risposte più gettonate tra gli ex di rango.

Ma negli ultimi mesi è tornata alla ribalta anche Virginia Raggi, un altro volto simbolo della stagione d'oro del grillismo. È lei la mente dietro la strategia barricadera di Grillo. In silenzio, invece, Roberto Fico. Che punta alla presidenza della Campania o a diventare sindaco di Napoli con l'appoggio del Pd.

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