Follia woke del NY Times: le donne biologiche sono "donne non transgender"

Bufera sul quotidiano statunitense. La leggenda del tennis Martina Navratilova in tackle: "Fate schifo"

Follia woke del NY Times: le donne biologiche sono "donne non transgender"
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Un delirio estremista. Non si può definire in altro modo quanto scritto dal New York Times in un articolo risalente a giovedì. Il celebre quotidiano statunitense ha infatti dedicato ampio spazio a una controversia che ha travolto il mondo della pallavolo universitaria femminile, dopo che diverse squadre hanno perso le partite contro la San Jose State University e la giocatrice trans Blaire Fleming. Ebbene, nell’articolo in questione la testata ha utilizzato il termine “donne non transgender” per riferirsi alle donne biologiche. Sì, avete capito bene: “Donne non transgender”.

Una follia woke che ha scatenato veementi proteste sui social network. Tra le critiche è spuntato anche il j’accuse di Martina Navratilova, leggenda del tennis nonché una delle atlete gay più famose al mondo. La sua stroncatura è perentoria: “New York Times, fai schifo. Siamo donne, non donne non transgender. Secondo il NYT, le donne sono un sottoinsieme di maschi che si identificano come trans, come le donne non trans". Associazioni e organizzazioni dedicate alle donne hanno attaccato duramente il giornale per la definizione tutt’altro che inclusiva, bensì destinata a gettare benzina sul fuoco. Sul tema è intervenuta anche l'ex parlamentare Pd Anna Paola Concia su X: "Così non si può andare avanti. Lo dico per il bene delle donne e anche delle persone transgender. Il NYT ha definito le donne biologiche 'donne NON transgender'. NO! Ci sono le donne e le transgender. Martina Navratilova giustamente si è ribellata. Fermatevi!!!".

Il caso dell’atleta trans tiene banco da diversi giorni negli Stati Uniti. In segno di protesta, diversi college della Mountain West Conference hanno rinunciato a giocare contro la San Jose State University per la presenza della Flaming, nata uomo. Diverse squadre hanno acceso i riflettori al problema della sicurezza di giocare contro una giocatrice transgender.

La squadra della Boise State ha rinunciato alla semifinale del campionato, insistendo sul fatto che le sue giocatrici "non dovrebbero rinunciare a questa opportunità in attesa di un sistema più ponderato e migliore che garantisca tutti gli atleti".

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