L'incantesimo è svanito. Così è finito il monopolio social

Meno influencer, più interazioni. Il pandoro-gate ha cambiato le dinamiche social: abbiamo scoperto che sul web c'è spazio per altri

L'incantesimo è svanito. Così è finito il monopolio social
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Il pandoro-gate di un anno fa ci ha spiattellato sulla tavola una verità amara, epurata da qualsiasi spolverata di zucchero a velo. Di colpo l’incantesimo patinato del mito Ferragni – che tutto ciò che toccava diventava oro – è svanito. La beneficenza? Falsa. La famiglia sovraesposta e perfetta? Finita. Ma quella spaccatura ci è servita. Parecchio. Uno: ha decretato la fine del monopolio social. Due: ha dato un’accelerata al codice etico degli influencer. Che ora è pronto e cambierà le dinamiche social da gennaio in poi.

STOP AL MONOPOLIO SOCIAL

Prima i brand che decidevano di investire in pubblicità sui social volevano solo lei e nessun’altra. Del resto a Chiara Ferragni bastava un post per far decollare un prodotto. Da lì, cachet altissimi e una sorta di monopolio in cui qualsiasi altra influencer si trovava oscurata, “minore”.

Oggi, rispetto allo scorso Natale, c’è uno scenario molto diverso. O meglio, diversificato. E soprattutto più elastico e aperto a nuovi format. Facciamo un esempio: l’anno scorso i primi cinque brand per investimenti marketing su Instagram erano Atelier Eme’, Prime Video, il brand di Chiara Ferragni, Dior e Calzedonia. Tutti e tre (a maggior ragione il terzo) avevano Chiara Ferragni come influencer di riferimento. I primi cinque brand di quest’anno sono Kraken (criptovalute) , Intimissimi, Atelier Eme’, L’Oreal e Sephora che centrano le loro campagne sui volti di altre top influencer, da Elisabetta Canalis a Elodie e Diletta Leotta. Intimissimi lo scorso anno aveva 19 post e 8 influencer attivati, quest’anno 51 post e 23 Influencer coinvolti.

Gli esperti calcolano che è in calo è il dato sulle total actions, le interazioni, -28%.

Ma se si eliminano i numeri che riguardano Chiara Ferragni da entrambi gli anni, le interazioni nette risultano in crescita del 15%. Quindi dopo il tornado della top influencer per eccellenza, restano elementi positivi. Insomma, abbiamo scoperto che sui social c’è spazio per altri. E che differenziare fa bene anche a chi investe.

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