La grande bruttezza

Il Milan spento e che non tira esce tra i fischi di S. Siro. Punto prezioso per la Juve degli infortunati al 13° risultato utile di fila (sette pareggi)

La grande bruttezza
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Tanto rumore per nulla. Da questo Milan-Juve, pieno di errori ed omissioni oltre che di prudenze eccessive, viene fuori un modesto e deludente 0 a 0. Che premia la Juve per un motivo molto preciso: senza 5 titolarissimi si ritrova a organizzare una partita di solo palleggio difensivo senza concedere al famoso attacco del Milan nemmeno una pulita occasione da gol. A furia di inseguire equilibrio e maggiore solidità difensive, Fonseca abbottona troppo il Milan a tal punto da licenziare una prova senza gol, senza tiri in porta, senza emozioni e senza giocate di rilievo. Comprensibili i fischi assordanti dei 75mila di San Siro. Di fatto per il Milan è un punto insignificante, per la Juve un ulteriore pareggio che vale un bel 13, tredicesimo risultato consecutivo senza sconfitte in campionato.

Le emozioni zero della prima frazione sono la conseguenza inevitabile delle scelte strategiche delle due panchine. Motta ha qualche motivo in più (5 assenti) per trasformare il centrocampo in un ingorgo (Koopmeiers oltre a Mc Kennie aggiunti a Locatelli e Thuram), Fonseca - quasi spaventato dalla Juve - ritocca il solito schieramento con Musah sentinella di destra aggiunto a Loftus Cheek che non fa certo il trequartista ma provvede a controllare i blitz di Cambiaso. Ne viene fuori una sfida bloccata, pare più una partita a scacchi, giocata sul palleggio centrale juventino che svuota l'attacco in zona centrale per liberare qualche volta Yildiz o Coinceçao sui due lati a caccia di una sorpresa. L'effetto deludente dello spettacolo offerto è nella contabilità delle occasioni da gol (zero) e dei tiri in porta (uno solo, da fuori area, di Gatti senza pensieri per Maignan). La Juve soffoca la partenza da dietro del Milan e così gli attaccanti rossoneri non trovano spazi dove infilarsi. Da segnalare solo una chicca di Chiffi, l'arbitro: tre juventini commettono 3 falli nei primi 6 minuti ma l'ammonito numero uno è Leao (per proteste), seguito da Gatti, particolarmente duro con Morata.

Non migliora la qualità della sfida nella ripresa e qui c'è da sottolineare qualche merito della difesa Juve che per esempio in uno dei rari duelli uno contro uno vede Savona anticipare pulito Leao in area, proprio come Thiaw che devia in angolo una puntura di Cambiaso scappato a Musah sulla sinistra. I primi cambi chiamano in causa Pulisic al posto di un insignificante Loftus Cheek: l'americano è uno dei pochi in quei minuti a dare vivacità al gioco del Milan finito nell'imbuto del blocco juventino. Motta si comporta adottando lo stesso metro: non ha grandi risorse a disposizione in panchina, così Weah e Fagioli diventano le poche alternative a disposizione mentre Yildiz a sinistra è uno dei pochi a costringere Emerson al cartellino giallo e Fonseca a sostituirlo con Calabria per evitare altri guai.

Questa volta il Milan allaga la metà campo della Juve ma senza trovare né sbocchi e nemmeno varchi utili. Morata, per citare il centravanti rossonero, si segnala per il maggior numero di palloni recuperati, rincorse sui centrocampisti rivali che per incursioni offensive. È il vero riassunto di questo deludente Milan-Juve.

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