Achille Lauro, espulso Al Molky capo del commando Lui: "In Siria rischio la morte"

Nal 1985 quidò i terroristi nell'assalto alla nave da criciera durante il quale fu ucciso Leon Klinghofer, passeggero statunitense di origine ebraica. Ha scontato 23 anni e 8 mesi e ha sposato una donna italiana. Ricorso al giudice di pace. E l'uomo dice: "Se mi mandano in Siria rischio la condanna a morte"

Genova - Anche se il giudice di pace non si è ancora pronunciato sulla sua richiesta di rimanere in Italia, dove ha sposato una donna piemontese, la polizia lo ha prelevato dal centro di accoglienza Serraino Vulpitta di Trapani per accompagnarlo a Roma e poi espellerlo in Siria. Protagonista della vicenda è Youssef Maged Al Molky, 47 anni, capo del commando palestinese che nel 1985 sequestrò la nave da crociera Achille Lauro uccidendo un passeggero statunitense di origine ebraica, Leon Klinghofer.

Al Molky ha scontato una condanna a 23 anni e 8 mesi (era stato condannato a 30 anni dalla Corte d'assise di Genova ma ha ottenuto la libertà anticipata per buona condotta) e subito dopo essere uscito dall'Ucciardone, nell'aprile scorso, è stato espulso dal territorio italiano. Il suo legale ha però fatto opposizione ritenendo che l'uomo, di padre giordano e madre siriana, "non ha una cittadinanza riconosciuta, è sposato con una italiana e secondo la sentenza deve ancora scontare tre anni di libertà vigilata".

In attesa della decisione del giudice di pace di Palermo, che dovrebbe esprimersi proprio in questi giorni, Al Molky è stato rinchiuso nel centro di accoglienza trapanese. "Mi hanno prelevato nel pomeriggio - racconta Al Molky - e mi stanno conducendo a Roma. Mi hanno detto che mi spediranno in Siria, dove rischio la morte". Secondo l'avvocato Pagano, poiché molti reati legati alla vicenda dell'Achille Lauro furono compiuti nelle acque territoriali siriane, "le possibilità che Al Molky possa essere condannato a morte sono molto alte". "E' assurdo - aggiunge il legale - che un uomo venga espulso prima ancora che il giudice competente si esprima".

L'azione terroristica sull'Achille Lauro, in crociera nel Mediterraneo, fu compiuta nell'ottobre del 1985. Del commando facevano parte anche Ibrahim Abdellatif Fatayer, 44 anni, nato in un campo profughi di Beirut, condannato a 20 anni di carcere più 3 di libertà vigilata ed ora rifugiato in una Paese arabo; Hamed Maruf Al Assadi, il 'pentito', che dopo aver scontato la condanna pare viva in Italia sotto copertura, e Bassam Al Asker, minorenne all'epoca dei fatti, rimpatriato in un campo del nord del Libano. Regista dell'operazione, secondo la Corte d'Assise di Genova, fu Khalid Husayn, il più anziano del gruppo, trovato morto lunedì scorso nella sua cella nel carcere di Benevento dove stava scontando l'ergastolo. Ad organizzare il sequestro sarebbe stato, sempre secondo i giudici genovesi, il presidente del Fronte di Liberazione della Plaestina, Abu Abbas, condannato all'ergastolo a Genova e morto per infarto a Baghdad l'8 marzo 2004 dopo essere stato catturato dall'esercito americano. 

"L'Algeria si era dichiarata disposta ad accoglierlo. Lo aveva fatto dopo l'interessamento da parte dell'autorità Palestinese". A riferirlo è l'avvocato. "C'era un accordo internazionale - spiega - per cui Al Molky avrebbe potuto rifugiarsi in Algeria.

L'autorità palestinese si era infatti interessata al caso e la rappresentanza a Roma mi aveva fatto sapere di aver ottenuto un lasciapassare dall'Algeria. Al Molky, però, non ha mai voluto accettare questa soluzione poiché ritiene, essendo sposato in Italia, di poter rimanere nel nostro Paese al fianco della moglie". 

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