Se pensiamo che il nostro pianeta è abitato da 650 milioni di gatti, che solo in Italia sono 7,5 milioni quelli di proprietà mentre in Francia ormai superano i 13 milioni, l'obesità del gatto rappresenta un problema per molte persone, perché il felino francamente obeso è un gatto gravemente malato, preda di concomitanti serie malattie che lo portano a morte prematura, lo obbligano a numerose visite veterinarie e ingurgitare un numero cospicuo di farmaci (di solito piuttosto costosi). A parte la tristezza del proprietario per il proprio beniamino che sta male, c'è anche un risvolto economico che pesa sul suo portafoglio e non è per niente trascurabile.
Un nuovo studio, che ha coinvolto più di 19 milioni di gatti provenienti da tutto il Canada e dagli Stati Uniti suggerisce che la maggior parte degli animali, continua a ingrassare dopo aver raggiunto l'età adulta e che il loro peso è sensibilmente più elevato di quanto non lo fosse vent'anni fa. I ricercatori dell'Ontario Veterinary College dell'Università di Guelph hanno analizzato 54 milioni di misurazioni del peso di gatti domestici effettuate presso gli uffici veterinari tra il 1981 e la metà del 2016 per avere un'idea del pattern di incremento ponderale. Lo studio, pubblicato sul Journal of American Veterinary Medical Association la scorsa settimana, è il primo del suo genere per il pool di dati pervenuti e analizzati.
L'analisi delle misurazioni ha mostrato che il peso medio dei gatti ha raggiunto il suo picco tra i sei e i dieci anni per le razze di razza più comuni in quelle nazioni (Siamese, Persiano, Himalayano e Maine Coon) e a circa otto per i gatti domestici di origine mista o meticci. Come ci si poteva aspettare i gatti maschi hanno mostrato picchi di peso più elevato rispetto alle femmine e quelli sterilizzati andavano incontro a incrementi ponderali più alti rispetto a quelli che non lo erano. I risultati dell'analisi statistica hanno svelato che il peso medio dei gatti domestici di 8 anni sterilizzati è aumentato di circa 1/4 di chilogrammo tra il 1995 e il 2005 e poi di un altro quarto nel decennio successivo. «Potrebbe non sembrare molto, ma mezzo chilo è una quantità significativa per un gatto», ha detto l'autore principale Adam Campigotto. In effetti se si riflette un attimo, mezzo chilogrammo. Rispetto al peso medio di un gatto adulto (4 5 Kg), rappresenta oltre il 10%. Come se una persona di 70 Kg. aumentasse il suo peso fino ai limiti degli 80 Kg. Non proprio una bazzecola. Lo stesso Campigotto ha asserito che lo studio non intendeva prendere in considerazione le cause dell'aumento di peso né quale potesse essere considerato un peso «sano». Nonostante questo però, gli autori hanno fatto delle considerazioni e delle ipotesi per spiegare il fenomeno. Ad esempio, in quel periodo di tempo, un maggior numero di persone potrebbe avere iniziato a tenere i gatti maggiormente in casa, inibendone il movimento e le perdite di energia. Un'altra causa è sicuramente il miglioramento degli alimenti commerciali e soprattutto la loro appetibilità. Gli stessi cambiamenti alimentari dei proprietari che tendono, loro stessi, ad andare incontro a sovrappeso e obesità, sono sicuramente alla base di una maggiore «generosità» nella fornitura di cibo ai propri beniamini. Chiedetelo a qualunque veterinario che si occupi di medicina felina: se il gatto è obeso è facile che lo siano anche i suoi proprietari.
«L'eccesso di prelibatezze, come gli snack, possono avere un grande impatto sul peso degli animali e spesso le persone ne dispensano in grande quantità come fosse un gesto d'amore» afferma ancora Campigotto.Se si pensa che l'obesità è correlata anche nel gatto a diabete, artrosi e forse a certi tipi di tumore, vale la pena evitare troppi «gesti d'amore».
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