Come aumentare gli stipendi? Tfr in busta paga

Il Cav pronto a valutare tutte le proposte: "Manovra migliorabile". Tra le modifiche, l’ipotesi di versare da subito la liquidazione nelle tasche dei lavoratori: incasserebbero almeno una mensilità in più all’anno. L'annuncio di Bossi: "E' una sorpresa che sta studiando Tremonti..."

Come aumentare gli stipendi? Tfr in busta paga

Roma - Un aumento immediato dello stipendio almeno del 10 per cento. Oppure una mensilità in più all’anno. I vertici della Lega Nord ne parlano da tre giorni, ma solo ieri Umberto Bossi è stato chiaro sulla «grande sorpresa» alla quale starebbe lavorando il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Il trattamento di fine rapporto finirà «in busta paga». Inutile cercare conferme o dettagli dalle parti di via XX Settembre, ma secondo il leader della Lega Nord la misura premetterà di «raddoppiare gli stipendi».
Per la liquidazione, però, viene accantonato il 13,7% dello stipendio. Un raddoppio è dunque impensabile, più realistica una mensilità in più ogni anno. Diverso il discorso se si considerano anche gli arretrati: i cumuli di Tfr che ogni lavoratore ha depositato negli anni nella propria azienda o nei fondi pensione. Comunque sia, per ora da Bossi è arrivato solo l’annuncio, esternato nel suo comizio di Ferragosto da Ponte di Legno: «Avrete una grande sorpresa tra poco, il Tfr in busta paga che permetterà anche di raddoppiare gli stipendi. L’ha pensato Tremonti, che quando va a casa sua c’è sua moglie che gli rompe le balle: “Guarda che qui c’è la gente sempre più povera. Devi fare qualcosa”. E qualcosa ha trovato».
Bossi vedrà Tremonti oggi o domani, insieme con il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli. E non sarebbe esclusa l’ipotesi che nel vertice del Cadore i tre parlino anche della suggestiva ipotesi del Tfr in busta paga, oltre al nodo dell’Iva e ad altre misure previste dalla manovra. Per ora emerge una forte perplessità da Confindustria e sindacati di fronte a questa possibile «sorpresa». Che non sarebbe poi inedita: nel ’99 pensò a una soluzione simile anche l’allora presidente del Consiglio Massimo D’Alema, ma la proposta fu bocciata dal ministro del Tesoro di quei tempi, Giuliano Amato, e dagli industriali. Secondo l’ultima relazione annuale della Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione, il flusso di Tfr destinato alle forme pensionistiche complementari nel 2010 è stato pari a 5,1 miliardi di euro.
Due giorni fa, Calderoli aveva comunque anticipato che delle ultime novità allo studio, compreso il giallo del Tfr, non aveva intenzione di parlare perché sarebbe toccato a Tremonti «esplicitarle». Dettagli in più potrebbero arrivare quindi proprio tra oggi e domani, al termine dell’incontro dei leghisti con il ministro dell’Economia.
Più definita e meno misteriosa è invece la scelta di far slittare di due anni l’erogazione del Tfr per gli statali, circa 19mila nel 2012, che scelgono il pensionamento anticipato. Le prime indiscrezioni sulla relazione tecnica che accompagna il decreto, il cui esame inizierà il 22 agosto prossimo nelle commissioni del Senato, sono uscite ieri. Secondo le previsioni del ministero dell’Economia, il contributo di solidarietà, esteso ai privati, porterà nelle casse dello Stato 3.817 milioni di euro in tre anni: il gettito aggiuntivo sarà di 674,4 milioni nel 2012, 1.557 nel 2013 e 1.586 nel 2014. La norma che armonizza la tassazione delle rendite finanziarie al 20%, con esclusione dei titoli di Stato, porterà nelle casse dello Stato a regime 1.919 miliardi di euro.
La manovra sul pareggio di bilancio prevede anche l’applicazione al comparto scuola delle norme sul pensionamento nel settore del pubblico impiego e alle disposizioni sul posticipo del pagamento del Tfr: in questo modo lo Stato pensa di poter recuperare 2,526 miliardi di euro nel biennio 2012-2013. Dall’armonizzazione in materia di decorrenza del pensionamento nel settore del pubblico impiego sono attesi 100 milioni di risparmi nel 2012 e 1.

031 milioni nel 2013. Dall’innalzamento dell’età pensionabile delle donne si stimano economie pari a 112 milioni di euro nel 2017; 320 milioni nel 2018; 565 milioni nel 2019; 1,180 miliardi nel 2020 e 1,185 miliardi nel 2021.

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