Auto elettrica, gli italiani pronti alla carica

L’auto elettrica non è una novità, se ne parla da decenni e i primi modelli di serie risalgono al secolo scorso, con risultati decisamente scoraggianti. Oggi però qualcosa è cambiato, al punto che due italiani su tre dichiarano di esserne molto attratti, come testimonia il secondo rapporto annuale del mensile economico Espansione. L’interesse si è impennato anche se i contenuti tecnologici non possono essere considerati rivoluzionari rispetto a quelli raggiunti negli anni Novanta. L’elettronica ha consentito di migliorare l’efficienza, ma il limite maggiore rimane sempre legato all’autonomia e ai tempi di ricarica delle batterie. Lo sviluppo dei telefonini ha consentito di travasare in campo automobilistico molte conoscenze, ma per fare il pieno di energia sono ancora necessarie diverse ore di collegamento alla rete elettrica. In media sei.
Tuttavia, nel recente passato l’insuccesso era stato determinato anche dai costi notevolmente più alti rispetto alle vetture convenzionali. E le Case lanciate nella nuova avventura preparano formule di commercializzazione, che prevedono la possibilità del noleggio del veicolo o delle batterie.
Queste ultime infatti - oltre a determinare autonomia, prestazioni e durata - sono l’elemento che più di altri influisce sul prezzo finale. Se si considerano i listini ufficiali, le auto elettriche risulterebbero quindi decisamente fuori mercato, visto che la Citroen C zero, la prima a entrare ufficialmente nelle concessionarie, costa oltre 35.000 euro. In sostanza il prezzo di una berlina di pregio per un veicolo a misura di città. Ma oggi i tempi sono cambiati, sia per i produttori sia per i clienti.
Ecco che la proprietà dell’auto non risulta più determinante. Ora c’è una maggiore disponibilità a sopportare un canone mensile solo per il possesso e l’utilizzo del mezzo di trasporto. In alternativa, se proprio bisogna comprare, l’attenzione si sposta sull’ibrido, che unisce un tradizionale motore a scoppio a uno elettrico. È sempre lo studio di Espansione a quantificare il fenomeno, con una percentuale di automobilisti che valuta elettrico e ibrido le più praticabili soluzioni per la mobilità futura, cresciuta di sei punti in soli 12 mesi, raggiungendo quota 51,7%.
Le auto disponibili oggi sono considerate un buon punto di partenza, ma gli automobilisti hanno in mente un identikit ben definito. Le prestazioni in tema di velocità sono oggi accettabili, ma l’auto ideale dovrebbe avere anche un’autonomia di 250 km (oggi si ferma a 150) e soprattutto, per il 30% degli italiani, avere un prezzo di acquisto comparabile a quello di una citycar a benzina o diesel. Mentre un ulteriore terzo gradirebbe costi inferiori.


L’interesse è alto e cresce la disponibilità a seguire la nuova strada, pur nella consapevolezza che la diffusione dell’elettrico su vasta scala deve essere necessariamente accompagnata da infrastrutture dedicate, in particolare parcheggi con colonnine di ricarica, standard universali e, naturalmente, piazzole d’emergenza sulle tangenziali. Però è chiaro che lo sviluppo su larga scala passa necessariamente attraverso gli incentivi che tutti attendono.

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