Ci sono anche investimenti in titoli molto rischiosi, costati perdite sia a Banca Network che alla sua clientela, dietro il crac dellistituto nato da una costola della Popolare di Lodi di Giampiero Fiorani. E tra questi figurano anche strumenti finanziari garantiti da Lehman Brothers, la banca fallita nellottobre del 2008 di cui è stato un esponente di primo piano Ruggero Magnoni, con il fratello Giorgio azionista della Sopaf, principale socio di Banca Network.
È quanto si apprende da ambienti giudiziari dopo che la Procura è stata chiamata ad indagare sulla banca, commissariata lo scorso novembre per gravi irregolarità, dallinvio di un fascicolo della Banca dItalia da cui emergerebbero episodi di cattiva gestione. La banca, viene spiegato, ha un grosso problema di capitale perché negli anni ha accumulato perdite significative senza che i soci intervenissero a ripianarle. Sullentità del buco si potrà avere visibilità non appena il pm Roberto Pellicano, titolare del fascicolo, prenderà contatto con i commissari della Banca dItalia.
Al momento non figurano iscrizioni nel registro degli indagati ma è certo che se dovesse venire dichiarata linsolvenza della banca, che appare destinata alla liquidazione coatta amministrativa (nel bilancio 2011 Sopaf ha azzerato il valore della sua partecipazione, in carico per 45 milioni), la Procura valuterà lesistenza di reati fallimentari come la bancarotta.
Sul collasso (i conti dei 28 mila clienti sono congelati dal 31 maggio) ha pesato anche la mancanza di accordo tra i soci.
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