Bazoli alla guida del cantiere di Intesa

Oggi il consiglio di sorveglianza per la riforma del governo societario, con la regia del suo presidente

«Il mio attaccamento alla banca è totale e mai esiterei un momento a passare la mano al primo segno di difficoltà che avvertissi nell'espletamento del mio mandato», ha più volte assicurato il presidente di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli. Come dire, decido io se e quando lasciare. E ribadendo di non condividere la teoria della rottamazione che oggi va tanto di moda. Raramente il professore bresciano si scompone. Nemmeno adesso che sono partite le grandi manovre per la sua successione.

Sta infatti entrando nel vivo la riforma del governo societario sollecitata l'anno scorso da Banca d'Italia per tutte le big del credito nell'ottica di una riduzione dei costi, da realizzare attraverso una bella sfoltita alle poltrone all'interno degli organi di amministrazione. A moltiplicare le cariche eccellenti fino al numero di 28 in Intesa concorre il doppio consiglio: di sorveglianza (presieduto da Bazoli) e di gestione (affidato all'amministratore delegato Carlo Messina).

E chi governerà questa transizione in casa Intesa? Lo stesso Bazoli, che dal dicembre 2013 è anche presidente del neo costituito «comitato governance» che dovrà decidere come cambierà le geografia interna dei poteri e a chi affidarli, confrontandosi con le Fondazioni azioniste (Compagnia SanPaolo, Cariplo, Cr Padova e Rovigo, Ente Cr Firenze, Cr Bologna) che a loro volta ascolteranno sicuramente i saggi consigli dell'amico di Bazoli, Giuseppe Guzzetti, presidente della Cariplo e numero uno dell'Acri.

L'iter che condurrà entro fine anno all'assemblea straordinaria per le modifiche statutarie e nell'aprile 2016 al rinnovo delle cariche, è già iniziato. Una volta trovata la quadra, la nuova governance dovrà comunque essere sottoposta al vaglio della Banca Centrale Europea.

È assai difficile che venga mantenuto l'attuale sistema di governance duale. Per oggi è fissato un altro consiglio di sorveglianza che dovrà continuare l'esame delle varie proposte sul tavolo. Secondo gli ultimi rumors , ci si starebbe concentrando su due opzioni: o un aggiustamento dell'attuale modello duale; oppure un ritorno al cda, il cosiddetto modello monistico, che affiderebbe la funzione di controllo sulla gestione a un comitato interno ad hoc.

Scelta la nuova impalcatura societaria, il passo successivo sarà quello di trovare l'erede di Bazoli. Il totonomine, per ora, è prematuro ma qualche nome è già cominciato a circolare nei salotti della finanza milanese. C'è chi scommette su Massimo Tononi, oggi presidente di Borsa Italiana, che però qualcuno vorrebbe anche al posto di Alessandro Profumo come numero uno del Monte dei Paschi.

Altri guardano al presidente di Mittel e neoconsigliere dell'Apsa, la banca centrale del Vaticano, Franco Dalla Sega. O a un altro alfiere della finanza cattolica, il presidente di Banca Imi Fabio Roversi Monaco. Tutti nomi molto «bazoliani».

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