In queste ore concitate per le sorti dell'Italia, con il governo ormai a termine e la speculazione finanziaria che spinge in alto lo spread Btp-Bund e fa tremare la Borsa, i politici studiano a tavolino mosse e contromosse. In un'intervista al Tg3 Pierluigi Bersani torna a ribadire quello che sostiene da ormai un anno: "O governo di transizione o elezioni, sennò andiamo nei guai. Chiediamo un governo di emergenza per dare un volto di credibilità all'Europa e ai mercati. Con governo di emergenza non intendiamo, però, un ribaltone o un aggiustamento con qualche transfuga altrimenti si va al voto e noi non abbiamo certo paura". Il segretario del Pd approfitta dell'occasione per punzecchiare Di Pietro, che sul governo tecnico sino ad ora è parso il più freddo dell'opposizione: "Se ha cambiato idea sul governo di transizione lo dirà al Capo dello Stato. C'è il politicismo ma prima c'è l'Italia".
Poi, dopo che in giornata aveva scritto su Twitter "i tempi stringono drammaticamente, siamo pronti ad ogni soluzione che consenta un'accelerazione seria dei tempi", Bersani si sbilancia con malcelato ottimismo sui tempi della crisi: "Abbiamo lavorato perché entro domenica questa vicenda finisca, non abbiamo tempo settimane, probabilmente nemmeno giorni".
Sulla stessa lunghezza d'onda il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini: "Non ci sarà nessun ribaltone, ma un governo di responsabilità collettiva, di larghe intese al quale debbono partecipare il Pdl e il Pd". Intervistato dal Tg1 Casini rilancia: "Corriamo il rischio di fare la fine della Grecia ed è evidente che giochini politici non se ne possono fare. Bisogna invece adottare misure vere, anche impopolari che possono andare anche contro gli interessi della politica. Sono sicuro che anche Berlusconi rifletterà sulle responsabilità che si assumerebbe dicendo no a questo patto per salvare il Paese".
Anche la Lega Nord è in piena fibrillazione in questa fase, come del resto tutti gli altri partiti. "Andare all'opposizione è bello", dice sorridendo Umberto Bossi ai cronisti che gli chiedono se il Carroccio voterà contro un eventuale governo tecnico. E in serata lo stato maggiore della Lega incontra Berlusconi a Palazzo Grazioli.
Poco prima, lasciando Montecitorio, il Senatùr aveva ribadito la sua linea: l'ipotesi di un governo Monti? "Noi andiamo al voto". E se l'esecutivo fosse guidato dal ticket Alfano-Maroni? "Noi tendenzialmente vogliamo andare al voto".
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