Brasilia, un'ambasciata d'autore

Quando negli anni Cinquanta il governo brasiliano trasferì la capitale federale a Brasilia, la città fu trasformata dal boom economico. Ancora oggi il progetto di Pier Luigi Nervi è tra le opere di maggior interesse architettonico del paese

Brasilia, un'ambasciata d'autore

Milano - Un volume per scoprire la stupefacente sede dell'ambasciata d'Italia nella capitale brasiliana. In "Pier Luigi Nervi - L'ambasciata d'Italia a Brasilia", Electa celebra l'opera creata negli anni Sessanta, una struttura che continua ad attirare la curiosità di architetti e ingegneri (guarda la fotogallery).

Il boom architettonico Alla fine degli anni Cinquanta il governo brasiliano decise di costruire Brasilia e di trasferirvi la capitale federale, che fu inaugurata nel 1960 quando era ancora un embrione di città. Brasilia si dotò in qualche anno delle infrastrutture essenziali. Si costruirono i principali assi urbani e le prime case, secondo il piano di Lucio Costa e di Oscar Niemeyer: un’intera area fu riservata ad accogliere le sedi diplomatiche, ogni Paese ottenne un lotto di terreno e si impegnò a presentare un progetto per la costruzione della propria Ambasciata.

L'ambasciata d'Italia Il progetto dell’ambasciata d’Italia fu affidato allo studio di uno dei più prestigiosi architetti italiani, Pier Luigi Nervi. Il disegno avveniristico dell’edificio, che continua ad attirare la curiosità di ingegneri, architetti ed esperti, deve essere analizzato sullo sfondo della progettazione e della costruzione della nuova capitale brasiliana.

“Oggi la nostra Ambasciata figura tra le opere di maggior interesse architettonico di Brasilia e siamo orgogliosi di aprire regolarmente le porte ai tanti visitatori che desiderano ammirarne da vicino le linee e le fattezze - scrive Michele Valensise, ambasciatore d’Italia in Brasile, nella sua introduzione al volume - a Pier Luigi Nervi e a tutti coloro che contribuirono alla costruzione di questa sede diplomatica va il merito di aver utilizzato al meglio un’occasione storica. L’Italia riconobbe allora l’opportunità di offrire a Brasilia un segno marcante della propria creatività e del proprio stile”.

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