Un bulldozer di nome Lauro: ecco Toneatto, il Pugliese del calcio moderno

Vocione da baritono, fare da sergente dei marines, deve la sua carriera alla frequentazione con Oronzo Pugliese e al successo come allenatore in Puglia, tra Bari e Foggia. Da tempo si era ritirato a Siena dove si era trasformato in un commentatore tv

Un bulldozer di nome Lauro. Ecco cos'era Lauro Toneatto, una carriera modesta da calciatore negli anni cinquanta-sessanta, molto più luminosa da allenatore, morto ieri nella sua casa di Siena all'età di 77 anni. Lauro Toneatto era uno che non si fermava davanti a niente e che ti forniva l'idea di essere una sorta di sergente maggiore dei marines, sempre rponto a sfidare il dolore e la resistenza umana pur di imporre il proprio credo e anche il proprio fisico. Aveva un vocione da baritono, il tipico accento friulano (era nato a Flambro, provincia di Udine infatti), e scandiva ordini perentori e disposizioni come se si trovasse in una caserma invece che in un campo di calcio.
A Siena, da calciatore, l'incontro che lo stregò, l'incontro con Oronzo Pugliese, il pittoresco allenatore di Foggia, Roma, Bologna e Fiorentina, diventato famoso come rivale di Helenio Herrera. Uno capiva l'altro, uno si specchiava nell'altro. Difensivista don Oronzo, difensivista Lauro Toneatto che anche per questo motivo, scese in Puglia per lavorare da allenatore dopo aver fatto la gavetta a Siena al fianco della famiglia Nannini.
Aveva raccolto l'eredità di don Oronzo modernizzando il suo calcio non più fermo alle marcature a uomo. Aveva studiato poco sui libri e molto sui prati verdi. Lauro era diventato uno specialista della serie B e per guadagnarsi l'etichetta fu costretto a vincere una serie di campionati, proprio a Bari e poi a Foggia, per meritarsi la panchina più prestigiosa in serie A. Non si fermò in Puglia: tornò in Toscana, ad Arezzo, passò poi a Cagliari e alla Samb, alla Sampdoria e alla Pistoiese, prima di chiudere il cerchio con Taranto, Reggiana e Ternana.
Dietro la scorza dura del sergente di ferro, si nascondeva un uomo molto timido, che viveva come un giramondo (la famiglia sempre a Siena) e che amava le colline di Piancastagnaio dove di solito organizzava il ritiro di pre-campionato per stare accanto ai suoi e garantire alle squadre un panorama unico.


Era uscito dal calcio con qualche rimpianto ma con una dignità assoluta e si era ritirato a Siena dove aveva cominciato a commentare calcio alla tv. Perciò il sito del club toscano ieri l'ha salutato come uno dei suoi fedelissimi.

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