Il burocrate in carriera ora è pronto al grande salto

In cattedra giovanissimo all'università, braccio destro del ministro Madia, amicizie bipartisan. Con il padre al Colle non dovrà più stare nell'ombra

Il burocrate in carriera ora è pronto al grande salto

Ogni padre sarebbe orgoglioso di un figlio come Bernardo Giorgio Mattarella. Figurarsi il presidente della Repubblica! Maturità classica con 60 sessantesimi e menzione dai Padri Gesuiti dell'Istituto Gonzaga di Palermo (lo stesso frequentato dal quirinalizio genitore), 110 e lode in Giurisprudenza nell'ateneo panormita, Master of Laws a Berkeley (California) e ordinario di diritto amministrativo poco più che trentenne (una rarità in Italia) all'Università di Siena e condirettore del Master in management della Pa della Luiss di Roma.

A quasi 47 anni Bernardo Giorgio è una vera autorità tra gli amministrativisti e il fatto che porti un cognome tanto prestigioso si può dire che sia un fatto secondario giacché il suo curriculum vitae parla a suo nome: oltre 300 pubblicazioni valgono molto di più dei titoli accademici. Il caso ha, però, voluto che Mattarella junior non abbia assistito da spettatore «esterno» all'insediamento del padre alla più alta carica dello Stato. Bernardo Giorgio Mattarella, infatti, fa parte a pieno titolo dell' establishment non solo in quanto membro della classe dirigente del Paese, ma in quanto organico al governo Renzi giacché è capo dell'ufficio legislativo del dipartimento della Funzione pubblica. È un uomo di punta dello staff del ministro Marianna Madia. Anche il compenso è in linea: 125mila euro annui lordi. Bernardo Giorgio Mattarella è in aspettativa dal suo incarico universitario ed è bene ricordarlo: non cumula incarichi e prebende. Dal padre non ha ereditato solo la passione per il diritto, ma anche la sobrietà.

D'altronde la giovane e inesperta Madia, che si sta occupando della riforma della Pubblica amministrazione, non poteva fare proprio a meno di uno dei «cervelli» del diritto amministrativo italiano. Mattarella jr conosce molto bene i segreti di Palazzo Vidoni: vi è entrato giovanissimo nel 1993 al seguito del suo mentore Sabino Cassese che lo incaricò di collaborare ai lavori della commissione che doveva redigere il Rapporto sulle condizioni della Pa. Vi è ritornato a più riprese. Nel 2006 elaborò assieme al giuslavorista liberal Pietro Ichino il disegno di legge per l'istituzione di un'Authority per la valutazione dei dipendenti pubblici. Fu lui a svolgere quel lavoro per conto del premier Prodi e dell'allora ministro Nicolais. Lavoro «cestinato» dalla sinistra radicale per la quale i travet sono degli intoccabili. E anche Renato Brunetta lo volle con sé sia per lo studio della class action nei confronti della Pa e anche per l'elaborazione della Carta dei doveri. Da lì, fondamentalmente, non s'è più mosso anche se il primo vero grande incarico è quello attuale.

Eppure in Italia non ci si mette nulla a restare vittima delle malelingue. Negli anni scorsi è stato accusato di essere un «figlio di papà» visto che aveva ottenuto un incarico retribuito per insegnare alla Scuola superiore della Pubblica amministrazione. Molto più recentemente non gli si perdona la «vicinanza» ai «poteri forti» di quella intellighenzia italiana che si riunisce nella associazione Astrid di Franco Bassanini, ex senatore, ex ministro e oggi presidente della Cassa depositi e prestiti. Oltre a lui vi siedono Tiziano Treu, Francesco Merloni, l'ex presidente della Consulta Valerio Onida, Giovanni Maria Flick, il viceministro De Vincenti e anche il figlio dell'ex capo dello Stato, Giulio Napolitano. A Siena, città nella quale insegnava Mattarella, i più malevoli dicono che l'amministrativista sia uno dei consiglieri più ascoltati del presidente della Fondazione Monte dei Paschi, l'avvocato Marcello Clarich, anche lui in Astrid. Sempre per rimanere in tema c'è un altro trait d'union politico che lega molti dei summenzionati associati di Astrid. Nel 2006 firmarono quasi tutti l'appello degli ex presidenti della Corte costituzionale Casavola, Elia, Zagrebelsky e Onida contro la riforma del governo Berlusconi. Ebbene, un atto politico il giovane Mattarella l'ha compiuto anche se si parla di una decina d'anni fa.

Ma, poi, si può definire politico solo ciò che attiene alle istituzioni elettive? Assolutamente no. Bernardo Giorgio Mattarella è molto politico anche in quello che scrive. Ad esempio, il blog Roars.it , il più visitato dai professori universitari, ospita due suoi testi. In un intervento di due anni fa il nostro si dichiarò contrario, ovviamente fornendo valide argomentazioni giuridiche, all'abolizione del valore legale del titolo di studio, uno degli obiettivi dei pochi liberali ormai rimasti in Italia. Come si risolve il problema dei concorsi? Non con una legge ma con lo «spiegare come scrivere i bandi, fornire la corretta interpretazione delle norme, sperare che le commissioni di concorso la capiscano e anche che i giudici amministrativi non enuncino regole che non ci sono». Una spiegazione da «innamorato del diritto» , ma anche da politico raffinato. Magari adesso che papà è al Quirinale, anche Bernardo Giorgio potrebbe avere un ulteriore spazio di crescita. Per continuare la tradizione dei Mattarella.

Chi è

Bernardo Giorgio Mattarella, classe 1968, è il primo dei tre figli del neoeletto presidente della Repubblica Sergio Mattarella (poi viene Laura e il più piccolo è Francesco). Il secondo nome, Giorgio, viene spesso utilizzato per evitare confusioni con due cugini, figli degli zii Piersanti e Antonino, che si chiamano anch'essi come il nonno.

Uno di loro (Bernardo figlio di Piersanti) è un alto manager di Invitalia. Bernardo Giorgio è tra l'altro professore di Diritto amministrativo a Siena e capo dell'Ufficio legislativo del ministero della Pubblica amministrazione.

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