Cinema, a Hollywood dilaga il ricatto sessuale

L'outing delle dive. Da Gwyneth Paltrow a Megan Fox e Charlize Theron, le star americane hanno deciso di raccontare la pratica del "casting couch", la richiesta di "favori" da parte dei registi a giovani e speranzose attrici

Cinema, a Hollywood dilaga il ricatto sessuale

New York - Potrebbe essere il titolo di un film esistenzialista, oppure quello di un romanzo post moderno. Invece «il divano del regista» è un’espressione che solo gli insider di Hollywood conoscono. Soprattutto le giovani e aspiranti attrici, o le modelle che cercano un agente o un regista famoso per fare il salto al grande schermo. Ma anche gli attori non si salvano, nel mondo bisex e mercenario della Cinecittà californiana. Tradotto nel linguaggio di Hollywood, quel «casting couch» rappresenta i favori sessuali, le avances spesso sussurrate da parte di chi, in cambio di un ruolo, di un contratto o della promessa di una brillante carriera, sfrutta biecamente il suo potere domandando agli esordienti di spogliarsi, di fare «favori» e di finire nel letto, o sul divano.

Adesso però alcune star americane sono pronte a denunciare quei ricatti sessuali, soprattutto per mettere in guardia le nuove generazioni. Megan Fox, per esempio, ha appena rivelato alla rivista inglese GQ, di aver quasi rinunciato alla carriera cinematografica dopo che un altissimo numero di registi le aveva chiesto di andare a letto con loro. La bellissima star 25enne di diverse origini, cherokee, francese, irlandese e italiana, poteva sembrare una vittima facile: i suoi genitori hanno divorziato quando era molto piccola e lei e sua sorella sono state cresciute dalla madre e dal patrigno Tony Tonachio. A cinque anni si era avvicinata al mondo della danza, ma durante i suoi anni a scuola la protagonista di Transformer era stata vittima di bullismo, infatti era costretta a mangiare in bagno. L’attrice, in diverse interviste, ha spiegato che i problemi non nascevano per via del suo aspetto ma perché le ragazze erano invidiose della sua sorprendente bellezza, che l’ha portata al primo posto delle classifica delle donne più sexy del mondo nel 2008.
Poi, arrivata a Hollywood, qualcuno le aveva spiegato cos’era il «casting couch»; chiedendole di offrire prestazioni sessuali a chi aveva il potere di lanciarla, in cambio di un contratto.

«Anche a me, quando volevo esordire nel mondo del cinema», le ha fatto eco durante un’intervista col mensile Elle Gwyneth Paltrow, «fu chiesto di condurre un meeting nella stanza da letto di un producer». Ma la Paltrow - che ha appena finito di girare il thriller futuristico Contagion (con la regia di Stephen Sonderberg) accanto a Matt Damon e Kate Winselt - era arrivata a Hollywood, a soli 19 anni, ben preparata: suo padre, il regista Bruce Paltrow, e sua madre, l’attrice Blythe Danner, oltre ad averla fatta studiare nel migliore dei modi, l’avevano avvertita di quei ricatti sessuali. Dopo aver esordito in alcune pellicole di poco successo, era diventata famosa per essersi fidanzata con Brad Pitt.

All’inizio della mia carriera ero stata invitata ad un meeting a casa di un regista molto famoso», ha invece raccontato Charlize Theron al settimanale People, «ma quando arrivai lui era in pigiama e mi aveva già preparato un cocktail».

Che i predatori di Hollywood siano a caccia di giovani ragazze con un’infanzia difficile (e quindi con maggiori fragilità) è chiaro: la Theron aveva subito molti traumi. L’attrice, che sta girando il nuovo film di Ridley Scott, Prometheus, da bambina veniva spesso lasciata sola dai suoi genitori nel podere di loro proprietà presso Johannesburg; appena quindicenne aveva assistito alla morte del padre, alcolizzato, ucciso per legittima difesa dalla moglie, mentre tentava di aggredirla. La madre si salvò dall’accusa di omicidio e l’anno dopo la fece debuttare come modella.

«Conosco bene l’usanza amara del casting couch», spiega l’agente hollywoodiano Alec Shankman. «È un’usanza ributtante e spero che adesso le giovani arrivino a Los Angeles con gli occhi più spalancati. Che non si facciano illusioni. Io preparo le mie clienti al peggio e do loro una lunga lista di personaggi da evitare come la peste». Personaggi di serie B, aggiunge, ma anche grandissimi nomi.
La trappola esiste anche per i giovani attori.

«Un talent agent mi riempì di complimenti dicendomi che ero perfetto per la parte», ha ammesso un famoso attore che ha chiesto l’anonimato, «poi, prima che potessi reagire, cominciò a toccarmi le cosce, dicendomi che avrei dovuto trascorrere la notte nella sua stanza d’hotel in cambio della parte. Avevo 23 anni e abbastanza rabbia in corpo da respingerlo e sbattergli la porta in faccia».

Naturalmente il ruolo era stato affidato ad un altro attore. Altrettanto giovane e bello.

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