Peggiorano le stime del governo sull’andamento dell’economia. Nella nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def) del ministero dell’Economia, si prevede per il 2012 il Pil a -2,4% e per l’anno prossimo a -0,2%. Le cose dovrebbero migliorare a partire dal 2014, con una crescita prevista dell’1,1% e l'anno successivo dell’1,3%, "grazie all’aumento della domanda interna ed esterna in virtù degli effetti positivi delle riforme strutturali per rilanciare l’economia".
Il governo tuttavia - si legge nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri - "conferma l'obiettivo del bilancio in pareggio in termini strutturali nel 2013, malgrado l'impatto di eventi naturali avversi - quali il terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna nel 2012 - e la presenza di un rallentamento dell'economia più significativo di quanto previsto nel Def". Il presidente del Consiglio Monti ostenta sicurezza: "Il cardine della nostra politica di risanamento dei conti pubblici rimane invariato: cioè l’obiettivo del pareggio strutturale nel 2013, questa è per noi un’ancora della politica di bilancio". Il premier lancia però un allarme al Paese: "Se l’Italia non dovesse continuare in maniera risoluta sulla strada intrapresa, non solo i mercati darebbero segnali negativi ma troveremmo più difficile esercitare quell’influenza che finora abbiamo esercitato sulla politica europea che quindi si volgerebbe in una direzione non favorevole all’Italia per la crescita e la stabilizzazione".
Per far calare il debito il governo conferma il programma di dismissione del patrimonio dello Stato, sia degli immobili che delle partecipazioni pubbliche i cui proventi, si stima, ammontano a circa 1 punto percentuale di Pil all’anno. E per far quadrare i conti Monti assicura: nessuna stangata, anzi "stiamo lavorando per fare il contrario", ovvero evitare l’aumento dell’Iva di due punti.
Il peggioramento dei dati sul debito, che "sappiamo essere un fattore importante e delicato, non sono certo colpa del governo", ha detto il ministro dell’Economia
Vittorio Grilli. Che poi sottolinea come c'è "un impegno programmatico per accelerare la sua discesa" anche grazie alla vendita del patrimonio dello Stato e che farà sì che nel 2016 il debito scenda a 116,1% del pil.
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