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Bielorussia, liberati 123 prigionieri politici su richiesta di Trump. Cosa c'è dietro

Tornano liberi il premio Nobel per la pace Ales Bialiatski e la figura chiave dell'opposizione Maria Kolesnikova

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In Bielorussia sono stati rilasciati 123 prigionieri, tra cui il premio Nobel per la pace Ales Bialiatski e la figura chiave dell'opposizione Maria Kolesnikova. Il loro rilascio arriva mentre il presidente Alexander Lukashenko sta cercando di migliorare le relazioni con gli Stati Uniti. Ed è proprio di stamani la notizia che gli Usa hanno annunciato la revoca delle sanzioni sul settore del carbonato di potassio del Paese. In cambio Lukashenko ha graziato i prigionieri. Classe 1962, a trentaquattro anni Bialiatski ha fondato il centro per i diritti umani Viasna (primavera), finendo in carcere ben 25 volte, l’ultima nel 2020.

All'operazione hanno preso parte anche i servizi segreti ucraini. "Grazie al ruolo attivo degli Stati Uniti e alla collaborazione dei nostri servizi di intelligence - ha fatto sapere Zelensky - circa un centinaio di persone, tra cui cinque ucraini, stanno tornando in libertà".

Accolta la richiesta di Trump

"Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha graziato 123 cittadini stranieri nell'ambito degli accordi raggiunti con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e su sua richiesta", ha dichiarato all'agenzia di stampa statale Belta l'ufficio stampa del leader bielorusso. "In conformità con gli accordi raggiunti con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e su sua richiesta, in relazione alla revoca delle sanzioni illegali contro l'industria bielorussa del potassio imposte dall'amministrazione dell'ex presidente degli Stati Uniti] Biden, e in relazione all'attuazione pratica del processo di revoca di altre sanzioni illegali contro la Repubblica di Bielorussia, il capo dello Stato ha deciso di graziare 123 cittadini di vari Paesi condannati ai sensi delle leggi della Repubblica di Bielorussia per vari reati, tra cui spionaggio, terrorismo e attività estremiste", viene precisato. Tenendo conto delle decisioni prese da Lukashenko a fine novembre, il numero totale di persone rilasciate ammonta ora a 156. Tra questi figurano cittadini di Regno Unito, Stati Uniti, Lituania, Ucraina, Lettonia, Australia e Giappone.

La reazione degli Usa

L'inviato speciale degli Stati Uniti per la Bielorussia, John Coale, parlando con i giornalisti, ha definito i colloqui "molto produttivi". L'inviato ha poi affermato che normalizzare le relazioni tra Washington e Minsk era "il nostro obiettivo". "Stiamo revocando le sanzioni, prigionieri vengono rilasciati. Ci parliamo costantemente", ha dichiarato, secondo Belta. Inoltre, ha affermato che le relazioni tra i due Paesi si stavano evolvendo da "piccoli passi a passi più sicuri" con l'intensificarsi del dialogo. L'ultima volta che i funzionari statunitensi hanno incontrato Lukashenko, nel settembre 2025, Washington ha annunciato l'allentamento di alcune delle sanzioni contro la Bielorussia, mentre Mink ha rilasciato più di 50 prigionieri politici in Lituania. Complessivamente, la Bielorussia ha rilasciato più di 430 prigionieri politici da luglio 2024, in quello che è stato ampiamente visto come un tentativo di riavvicinamento con l'Occidente.

Cosa dice la leader dell'opposizione

La leader dell'opposizione bielorussa Sviatlana Tsikhanouskaya ha dichiarato sabato all'Associated Press che l'allentamento delle sanzioni faceva parte di un accordo tra Minsk e Washington, in base al quale un altro folto gruppo di prigionieri politici in Bielorussia avrebbe dovuto essere rilasciato. "La liberazione dei prigionieri politici significa che Lukashenko comprende il dolore delle sanzioni occidentali e sta cercando di alleviarle", ha detto Tsikhanouskaya. "Ma non siamo ingenui: Lukashenko non ha cambiato le sue politiche, la sua repressione continua e continua a sostenere la guerra della Russia contro l'Ucraina. Ecco perché dobbiamo essere estremamente cauti con qualsiasi discorso sull'allentamento delle sanzioni, in modo da non rafforzare la macchina da guerra russa e incoraggiare continue repressioni", ha aggiunto.

Tsikhnouskaya ha anche definito le sanzioni dell'Unione europea contro i fertilizzanti potassici bielorussi come molto più dolorose per Minsk di quelle imposte dagli Stati Uniti, affermando che, mentre l'allentamento delle sanzioni statunitensi potrebbe portare al rilascio dei prigionieri politici, le sanzioni europee dovrebbero spingere verso cambiamenti sistemici a lungo termine in Bielorussia e la fine della guerra russa in Ucraina.

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