Trump: "Fordow come Hiroshima, così ho chiuso la guerra". E il tycoon pungola la Nato

Trump agita il vertice NATO con dichiarazioni su Russia, Iran, Israele e Zelensky, rilanciando il suo ruolo sulla scena globale. Gli Alleati rispondono, tra tensioni sulle spese militari e rassicurazioni

Trump: "Fordow come Hiroshima, così ho chiuso la guerra". E il tycoon pungola la Nato
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Durante un punto stampa con il segretario generale della NATO, Mark Rutte, a margine del vertice all’Aja, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rilasciato una serie di dichiarazioni che spaziano dalla geopolitica mediorientale ai rapporti con Mosca e Madrid.

Le prime parole sono state per Mosca: "Putin è stato molto gentile e ha offerto assistenza sulla questione iraniana", ha detto Trump. "Ma io gli ho risposto che il mio problema principale resta la Russia". Una battuta che ha immediatamente attirato l’attenzione degli osservatori internazionali per il tono diretto, ma anche per le implicazioni strategiche. Ma la giornata odierna è utile anche a sgomberare il campo dalle incertezze di ieri: Trump ha confermato l'impegno degli Usa per l'Articolo 5 del Trattato, che stabilisce il principio di difesa collettiva: "Siamo con loro fino in fondo". Ieri l'inquilino della Casa Bianca non aveva risposto in modo chiaro a una domanda sulla sua applicazione: "Dipende dalla vostra definizione", aveva detto ai giornalisti.

Sulla situazione a Gaza, Trump ha assicurato che "ci sono significativi progressi in corso" e ha lodato Israele per aver "fatto un passo indietro", affermando di esserne "molto orgoglioso". Ha poi aggiunto che "la tregua sta tenendo bene" e ha parlato di un miglioramento nei rapporti con Teheran: "Ora andiamo molto d’accordo con l’Iran. L’ultima cosa che vogliono fare è arricchire l’uranio. Non costruiranno la bomba per molto tempo", ha detto, citando anche la “distruzione totale” avvenuta a Fordow. Per Trump, l'attacco è stato necessario per fermare il programma nucleare della Repubblica Islamica: "Se non lo avessimo fatto avrebbero avuto molte munizioni per continuare", afferma. "Due iraniani sono andati a vedere, hanno chiamato e hanno detto 'questo posto è andato", sostiene ancora. "Se non l'avessimo fatto (l'attacco, ndr) starebbero combattendo ora", Israele e Iran. "E' molto difficile da ricostruire, perché è collassato. I tunnel sono collassati. Israele sta facendo un rapporto e a quanto ne so parlano di 'annientamento totale", ha chiosato il presidente.

Un tema annoso sul quale oggi, in patria, è scontro aperto. Cnn e New York Times, infatti, battono su alcuni report di intelligence pronti a dimostrare che i "danni monumentali" inferti al programma nucleare iraniano siano in realtà ben più modesti, riportando Teheran indietro solo di qualche mese. "Il raid a Fordow ha messo fine alla guerra, essenzialmente è stata la stessa cosa di Hiroshima e Nagasaki", ha proseguito Trump.

Oggi è anche il giorno del nuovo incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. I due non si incontrano dai funerali di Papa Francesco e da quell'immagine iconica che li ha immortalati nella Basilica di San Pietro. “Ha qualche difficoltà, ma è un bravo ragazzo”, così Trump, commentando l’incontro previsto con Zelensky. "Parleremo di ciò che è evidente, delle sue difficoltà. Zelensky è un tipo in gamba. Non so ancora di preciso, ma immagino che discuteremo della situazione in Ucraina".

Ma è il famigerato tetto del 5% che Trump vuole indossare come una corona prima della fine del vertice. "Ho chiesto di andare al 5% e oggi lo faranno, è una notizia importante, la Nato sarà molto forte con noi, quando c'era Biden era tutto morto". E ha aggiunto: "Non ne possiamo parlare fino al voto perché a volte succedono cose strane", ha aggiunto.

Dal canto proprio, il segretario della Nato ha voluto sottolineare l’impatto determinante dell’amministrazione Trump sull’aumento delle spese militari tra i Paesi membri dell’Alleanza Atlantica. "Pensate davvero che gli Stati che erano sotto il 2% del PIL avrebbero raggiunto quell’obiettivo senza Trump alla Casa Bianca?", ha detto. "La pressione russa e cinese c’era, certo, ma senza la leadership americana, il 5% sarebbe rimasto fuori portata". Rutte ha anche commentato il messaggio condiviso da Trump sui social, originariamente inviato dallo stesso segretario generale in preparazione al vertice, che ieri aveva generato un piccolo scandalo: "È assolutamente corretto. È stata una grande serata, il discorso del re è stato magnifico e anch’io ho voluto dire due parole".

Rutte ha poi rincarato la dose degli encomi per Trump: "La cosa grandiosa è che avete eliminato la capacità nucleare dell'Iran. È stato cruciale. Lo avete fatto in un modo impressionante" e "il segnale che invia al resto del mondo è che questo presidente è sì un uomo di pace, ma se necessario, è disposto a usare la forza".

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