Renzi insabbia il caso Roma

Mentre Alfano si dice pronto a sottoporre al Consiglio dei ministri la decisione sul commissariamento del comune di Roma, Salvatore Buzzi prende a calci il Campidoglio di Ignazio Marino

Renzi insabbia il caso Roma

Alla faccia della discontinuità. Proprio mentre Alfano si dice pronto a sottoporre al Consiglio dei ministri la decisione sul commissariamento del comune di Roma, e Renzi invece prende tempo e annuncia che il verdetto - scontato - arriverà soltanto il 27 agosto, Salvatore Buzzi prende a calci il Campidoglio di Ignazio Marino. L'ultimo dei tanti verbali «estivi» del ras delle coop getta ancora più ombre sui rapporti tra «mondo di mezzo» e la «nuova amministrazione» che Buzzi, a suo dire, foraggiava.

Sono i magistrati romani Paolo Ielo e Michele Prestipino che lo scorso 23 luglio chiedono conto al «rosso» socio del «nero» Carminati delle affermazioni messe a verbale il giorno precedente: «Lei - gli chiedono - ieri ha riferito che la nuova amministrazione comunale le aveva posto a carico i costi di 4/5 assessori, 18 consiglieri comunali e 4/5 presidenti di municipio». Buzzi esordisce tirando in ballo Maurizio Pucci, ossia l'assessore ai Lavori pubblici che, in uno sfortunato lapsus, due giorni fa il sindaco ha chiamato «Buzzi» in conferenza stampa. «Il primo degli assessori con cui ho avuto rapporti di tal natura - spiega il capo della “29 giugno” - è Maurizio Pucci, al tempo della campagna elettorale 2006, quando gli erogammo finanziamenti e gli mettemmo a disposizione un'autovettura, che lui non voleva più restituire». Dal suo arrivo nella giunta Marino, però, «non sono intervenute erogazioni nei suoi confronti», concede Buzzi. Che insiste invece sulle assunzioni «richieste» dall'ex vicesindaco, Luigi Nieri di Sel. Sarebbero tre, e si tratta, spiega Buzzi, «di assunzioni non normali né amicali (...) ma assunzioni immediate, del costo di circa 100-120mila euro, di gente che lavorava, e fatte in una logica di scambio, in ragione della qualità pubblica rivestita dal vicesindaco».

Dopo i primi due siluri, Buzzi ripercorre i nomi degli altri consiglieri comunali e politici a suo dire foraggiati. Racconta dei 10mila euro promessi all'ex presidente del consiglio comunale Mirko Coratti e all'ex capogruppo Pd Francesco D'Ausilio, promessa «da costoro accettata», ma «non mantenuta a causa degli arresti» di dicembre scorso. Altra promessa (accettata) da 15mila euro pro capite Buzzi sostiene di averla fatta a Luca Giansanti (ex capogruppo Lista Marino) e al dem Alfredo Ferrari. Con quest'ultimo, poi, Buzzi dice d'essersi accordato per restituirgli una «stecca» tra «il 5 e il 10 per cento» sui 400mila euro «dell'emendamento inteso come potere di stanziamento in bilancio che spettava a lui e a Onorato della lista Marchini», ma Buzzi precisa di non aver mai fatto parola della questione con Onorato. Gli emendamenti a cui si riferisce sono una sorta di «obolo politico» per cui l'assessorato al Bilancio riconosce ai consiglieri somme da distribuire «a piacere», pratica già denunciata nel 2013 dal radicale Riccardo Magi. E sempre su questi emendamenti, aggiunge Buzzi, anche i consiglieri di Fi Tredicine e Pomarici (ora leghista) gli avrebbero offerto la possibilità di «orientare» un finanziamento da 2 milioni di euro in cambio della promessa di restituire loro il 10 per cento della somma. Sempre sugli emendamenti, anche il consigliere Pd Giampaolo Pedetti, a novembre 2014, dopo aver ottenuto un «prestito» di 10mila euro da Buzzi, invece di restituirlo si sarebbe impegnato, secondo il ras della coop, a «orientare in un settore a me favorevole l'emendamento di cui disponeva, di circa 60-70mila euro».

Oltre alle «tre assunzioni» richieste dal consigliere Massimo Caprari, «una delle quali effettuata», Buzzi continua con l'elenco dei pagamenti o delle promesse di pagamenti. Nella lista per il centrodestra c'è l'ex sindaco Alemanno («per la campagna delle Europee») e due assunzioni «non a carattere di scambio», una a favore di Fabrizio Ghera (ora in Fdi) e una bipartisan «per persona indicata da Quarzo (Fi) e Corsetti (Pd)». Per il centrosinistra ci sono «finanziamenti legali verso Erica Battaglia, «utilità» per Athos De Luca (sotto forma di claques per gli eventi elettorali), e richieste di assunzioni - non esaudite - da parte dell'attuale capogruppo Pd Fabrizio Panecaldo (che ha smentito).

Spunta anche un'assessore di Alemanno a busta paga. Buzzi spiega di averle dato circa 100mila euro: «Si trattava dell'assessore a casa e patrimonio, una donna dal nome Lucia della quale non ricordo il cognome, per avere le proroghe dei servizi dell'emergenza alloggiativa». Nella giunta Alemanno, l'ultimo assessore tecnico con delega a casa e patrimonio è stata Lucia Funari (indagata per un'inchiesta sui parcheggi).

L'ultima cannonata di Buzzi rende sempre più fragile la discontinuità

vantata da Marino. Ma il premier scorda l'urgenza del caso Roma, rimanda la decisione e anticipa il verdetto. Le nuove accuse di Buzzi, spiega, «non cambiano né il nostro approccio né la relazione. Non ci saranno sorprese».

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