Boualem Sansal, scrittore algerino, Premio Nobel alla letteratura per il 2014, nel suo ultimo romanzo, "2084" segna l'anno della fine del mondo. Il testo, da oggi nelle librerie italiane per Neri Pozza nella traduzione di Margherita Botto, in poco tempo si è traformato in un vero e proprio caso editoriale grazie anche alle parole di Michel Houllebecq che ha definito il romanzo peggiore del suo "Sottomissione". "Quello di Sansal - ha spiegato alla trasmissione televisiva On n’est pas couché - descrivendo un vero totalitarismo islamico, vede la vittoria degli estremisti: può darsi che abbia ragione e che quella sua visione del futuro sia molto plausibile”. Sansal non cita mai l'islam, ma il mondo che descrive è palesemente basato sulla legge coranica. In quel nuovo regno, il passato, in tutte le sue forme, non ha più alcun valore e tutto è nelle mani di Yölah e del suo rappresentante in terra, il profeta Abi.
E’ Yölah che sa le cose e che ne decide il significato, ma soprattutto è a lui che spetta il compito di istruire chi vuole. Intervistato dall'HuffPost, Sansal ha parlato del suo romanzo e di quella dittatura religiosa che prima o poi, secono Senasal arriverà: "La storia la scrivono sempre i vincitori. Ogni volta che si afferma un nuovo potere, cancella la storia precedente e scrive la sua". E aggiunge: "Scrivere la storia è difficile. In ambito religioso ci sono solo narrazioni ab initio: una giovinezza pristina in cui un tale viene designato da Dio come suo profeta e così via per tutte le religioni. Per una dittatura, invece, è essenziale cancellare quella precedente e non scriverne una nuova, perché se troppo dettagliata rischia di scatenare il dibattito.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.