Il 21-12-2012 è arrivato. Alle 12,11 ore italiane c'è stato il solstizio d'inverno e si è concluso il ciclo previsto dal calendario Maya. "È la fine del mondo così come lo conosciamo", cantavano i Rem e sarebbe questo anche il senso della profezia: niente apocalisse, niente alieni, niente asteroidi che colpiscono la Terra. Solo la fine di un ciclo e l'inizio di un altro, secondo una delle popolazioni più antiche del mondo, a cui anche Google dedica uno dei suoi ormai celebri doodle.
Ma, dopo mesi in cui se ne parla, si attende l'orario fatidico tra ironia e superstizione, tra feste e "ultime notti" nelle grandi città e riti ancestrali. Tutto pronto nelle regioni d'origine della profezia (Guatemala, Messico, Belice, El Salvador, Honduras) per celebrazioni, seminari e concerti in tredici siti archeologici dell’area. E magari per ricordare che i discendenti dei Maya sono oggi una minoranza discriminata, che in gran parte vive nella miseria in diverse città del Sudamerica.
Visitatissimo sarà anche il sito web messo online dalla Nasa per tranquillizzare i cittadini ansiosi che hanno preso d'assalto i centralini. "Il mondo non finirà nel 2012", si legge, "Il nostro pianeta andrà avanti per altri quattro miliardi di anni, e scienziati credibili in tutto il mondo sanno che non ci sono minacce legate al 2012". Proprio come il calendario che si ha in casa non causa la fine del mondo ogni 31 dicembre.
Per esorcizzare la paura, basta andare su Twitter per farsi quattro risate seguendo gli hashtag #Maya, #finedelmondo o #confessioniprimadimorire. O divertirsi su Facebook con i tanti fotomontaggi che girano.
Anche tra gli
scettici, però, in molti hanno colto l'occasione per fare qualcosa di speciale o passare le "ultime ore" con le persone più care. O magari tirando fuori i più potenti amuleti: a Napoli il tradizionale corno rosso è andato a ruba.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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