Nel Mediterraneo 3.419 morti in un anno. L'Onu: "Affrontare le cause"

Un rapporto dell'Onu fa il punto sull'anno in corso. 207.000 persone hanno attraversato il mare da gennaio, il triplo rispetto al 2011

Nel Mediterraneo 3.419 morti in un anno. L'Onu: "Affrontare le cause"

È un record negativo quello che segna la chiusura del 2014, anno in cui più di 207.000 hanno preso la strada del mare, cercando di attraversare il Mediterraneo perché spinti da guerre e disordini. Un numero che è il triplo di quello registrato nel 2011, quando dall'Africa l'afflusso di migranti era dovuto in buona parte alla guerra civile in corso in Libia.

Un gran numero di coloro che decidono di attraversare il mare, diretti in Europa, proviene da Stati come la Siria e l'Eritrea, tra i principali luoghi di origine dei rifugiati. Quella che passa per il Mediterraneo è la rotta con più morti al mondo, con 3.419 vittime soltanto quest'anno. 348.000 le persone che hanno rischiato la vita per questa via.

Ci sono però altre strade - ricorda l'agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) -. 82.680 persone hanno attraversato il Golfo di Aden e il Mar Rosso nei primi undici mesi dell'anno, sulla rotta che dall'Etiopia e dalla Somalia porta allo Yemen o all'Arabia Saudita e agli altri Stati del Golfo persico. 242 hanno perso la vita.

Nel Sudest asiatico circa 54.000 persone hanno attraversato il mare finora, in partenza dal Bangladesh e dal Myanmar e diretto verso la Thailandia, la Malesia e l'Indonesia. Nei Caraibi sono 4.775 quelli che hanno scelto di imbarcarsi.

"Non si possono fermare con la forza persone in fuga per la vita senza far crescere ulteriormente i rischi",

4671058654785px;">ha commentato l'alto commissario per i rifugiati, Antonio Guterres, aggiungendo che è necessario "affrontare le cause reali e dunque le ragioni per cui le persone scappano, cosa impedisce di cercare asilo in modo più sicuro e cosa si possa fare per spezzare le reti criminali che prosperano sui flussi migratori".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica