È finita la pacchia per i comuni italiani che fanno cassa con i migranti? Certo è che il decreto Sicurezza appena varato dal Senato della Repubblica prevede il dimezzamento degli affari di chi attraverso gli Sprar accoglieva i profughi e intascava milioni e milioni di euro.
Nella rete Sprar – il sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati nato nel 2002 – sono coinvolti circa 1200 comuni italiani, dai più grandi fino ai più piccoli, che ricevono dallo stato dei finanziamenti importanti per gestire l’accoglienza. Per esempio, 500 euro per ogni profugo accolto in città.
Un business per migliaia di associazioni e cooperative disseminate in tutto lo Stivale. E anche per tanti piccoli comuni che si sono resi disponibili a ospitare i migranti per ottenere decine di migliaia di euro dallo Stato, da poi impiegare in tutta libertà nell’ottica dell’accoglienza. Per esempio, ci sono comuni di poche migliaia di abitanti che si sono detti pronti a ospitare decine e decine di profughi, così da ricevere sontuosi finanziamenti. Un esempio? Il comune molisano di Venafro, che con i suoi 11mila si è offerto di accogliere la bellezza 137 clandestini, ottenendo nel 2017 2.280.000 euro all'anno. Per tre anni.
Insomma, uno sperpero di soldi degli italiani, visto che la macchina dell’accoglienza nostrana ha sempre viaggiato con falle dappertutto.
E per questo motivo il governo Conte, in primis il ministro dell’Intero Matteo Salvini vuole che lo Sprar torni a quello che doveva essere in origine, ovvero un concreto progetto di inserimento lavorativo e sociale riservato a chi ha ottenuto lo status di rifugiato, perché scappa (davvero) dalla guerra. Per gli altri si chiudono (davvero) le porte.
Come scrive Alessia Pedrielli per La Verità, proprio per questa ragione a Bologna "su 844 richiedenti asilo accolti con lo Sprar solo 300 potranno continuare a beneficiare dei progetti".
E ancora: "A livello nazionale, applicando le stesse proporzioni, su 35.881 posti finanziati potrebbero rimanerne attivi appena 14.000. Una vera e propria mannaia su un giro d' affari che rischia di perdere oltre il 60% della sua materia prima".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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