Adesso la Francia "ci ruba" il Parmigiano Reggiano

La multinazionale francese Lactalis punta dritto verso il Parmigiano, dopo essersi già comprata Parmalat, Invernizzi e Galbani. Coldiretti lancia l'allarme

Da Wikipedia
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I cugini d'oltre Alpe ci vogliono giocare un brutto scherzo: comprarsi il Parmigiano Reggiano. Uno dei formaggi simbolo del Made in Italy e della tradizione gastronomica e culinaria italiana rischia ora diventare francese.

Spieghiamo. La Nuova Castelli, leader nella distribuzione dei formaggi Dop italiani, nonché principale esportatore di parmigiano reggiano è in carca di nuovi investitori; peraltro, la società (nata nel lontano 1892) dal 2014 è controllata per l80% dal Charterhouse Capital, fondo inglese di private equity.

E allora ecco che si è fatta avanti, interessatissima e con l'acquolina in bocca, la multinazionale francese Lactalis, che negli ultimi anni si è già comprata Parmalat, Invernizzi, Galbani, Locatelli e Cadermatori, giusto per fare qualche (grosso) nome.

A lanciare l'allarme ci ha pensato allora Coldiretti, che invoca l'intervento della politica e "prega" chi di dovere di non (s)vendere il patrimonio, specialmente a compratori stranieri. L'italiana Granarolo, inizialmente, sembrava in partita, ma il gruppo alimentare bolognese si sarebbe alzato dal tavolo delle trattative.

Parmigiano Reggiano in vendita

Questo le parole di Ettore Prandini, presidente dell’associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana: "Dobbiamo evitare di ripetere un’esperienza come quella di Parmalat e la politica deve passare dalle parole ai fatti. Le risorse ci sono: Cdp, Granarolo, le banche". E ancora: "Dobbiamo fermare la svendita ai francesi. Lactalis ha preso un passo alla volta il controllo del mercato,riuscendo poi a stravolgere le regole di produzione con l'ok all’uso del latte pastorizzato al posto di quello crudo della tradizione".

Il numero uno Coldiretti sottolinea, infine, l'importanza di difendere i

608px;">marchi storici nostrani perché la loro vendita rischia sempre di essere "il primo passo della delocalizzazione con lo spostamento all'estero delle fonti di approvvigionamento della materia prima agricola e con la chiusura degli stabilimenti". Come già successo con Parmalat…

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