Il dolore si mescola alla rabbia. O forse è solo esasperazione. Quella dei poliziotti, più in generale degli uomini in divisa, che spesso si trovano a contare le ferite riportate sul campo e a subire l'onta di un giudice che gira il coltello nella piaga rilasciando i colpevoli delle aggressioni.
Era successo in passato, è accaduto di nuovo a Sanremo. Un agente di 40 anni stava inseguendo (insieme ad una collega) un gruppo di nordafricani ubriachi quando è riuscito a bloccarne uno. Che però ha reagito, l'ha colpito, spinto e fatto cadere a terra. Spappolandogli la milza. Il polizotto è stato operato nella notte, se la caverà: ma dovrà vivere tutta la vita senza un organo interno. Per la collega invece cinque giorni di prognosi, sintesi di un intervento tutt'altro che semplice. Anzi.
Il caso di Sanremo ha fatto scoppiare di nuovo l'indignazione dei sindacati di polizia. "Nell’esprimere la più profonda solidarietà ai colleghi barbaramente aggrediti e gravemente feriti a Sanremo - dice Domenico Pianese, Segretario Generale del Coisp -manifestiamo anche sconcerto e rabbia per la scarcerazione praticamente immediata di uno dei responsabili". Già, perché uno dei due africani che la pattuglia è comunque riuscita ad arrestare (forse proprio l'aggressore) ha patteggiato 10 mesi, è stato condannato ed già libero di tornare a delinquere (con solo l'obbligo di firma). Alla faccia dell'agente in rianimazione. "E’ davvero disarmante - aggiunge Pianese - Rischiamo la vita per quattro spiccioli, ma il nostro sacrificio non ha alcun serio valore se è vero che si può mandare un poliziotto in ospedale dopo avergli spappolato la milza e tornare allegramente a casa nel giro di poche ore. E’ una vergogna inenarrabile chiedere a donne e uomini della Polizia di Stato di farsi ammazzare di botte ‘gratis’".
La Liguria non è nuova a aggressioni simili.
"Il caso di Sanremo - ribadisce Matteo Bianchi, leader ligure del COISP - dimostra ancora di più come alcune persone non abituate a convivere in maniera civile in paesi democratici debbano essere considerati alla stregua di belve assetate di sangue: o si comprende che non possiamo lasciare liberi di muoversi sul nostro territorio, o si cambiano le regole del “gioco” per dare maggiori tutele a chi questo Paese lo salvaguardia tutti i giorni ossia le donne e gli uomini in divisa”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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