Angelino Alfano e Giuliano Pisapia si ritirano. Il primo rinuncia a candidarsi alle prossime elezioni, il secondo a costruire il Campo progressista al fianco del Pd. Due uomini all'opposto e due storie diverse ma con un comune denominatore nell'inconsistenza dei rispettivi progetti politici, entrambi basati sul né-né. Né renziano né antirenziano il primo, né di destra né di sinistra il secondo, cose che li hanno portati a contare i voti sulle dita di una mano. E a trarne le conclusioni: non solo non c'è consenso ma c'è imbarazzo e confusione, ovunque si fossero alla fine collocati.
Con il ministro Alfano non siamo mai stati teneri, fin dal giorno del drammatico e incomprensibile strappo con Berlusconi e Forza Italia. Per questo non saremo certo noi a girare oggi il coltello nella piaga personale. Non deve essere stato facile per uno come lui annunciare - c'è chi dice dopo un teso confronto con Renzi - il passo indietro. Quindi stiamo sul piano politico, perché dopo ogni disfatta c'è una ricostruzione che non può avvenire sui rancori. Ieri è stato l'8 settembre di ciò che resta del Nuovo centrodestra e da oggi ufficiali e truppe dovranno decidere da che parte continuare la guerra.
Mi piace pensare che Alfano abbia fatto il buon gesto per togliere di mezzo il vero ostacolo - cioè se stesso, inevitabilmente simbolo di una scissione mai compresa dagli elettori - al ritorno del Nuovo centrodestra nell'area della casa madre. Non credo che rispetto a questa ipotesi le porte di Arcore resterebbero chiuse, e non solo per opportunismo elettorale. Nel dna di Berlusconi c'è l'istinto a unire il più possibile, mai quello di dividere, tanto più per fatto personale.
Comunque la si voglia vedere, l'uscita di scena di Alfano è un fatto che fa chiarezza, come lo è l'addio al Pd di Pisapia, mancato leader del quale Renzi non penso sentirà la mancanza.
Anzi, a chi lo accusa di volere isolarsi con i suoi potrà sempre dire di averci provato. Nella speranza - sospettiamo noi - che rifiutasse: quelli davvero di sinistra - e Pisapia lo è - a lui fanno venire l'orticaria. E questa è l'unica cosa che ce lo rende un po' simpatico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.