Amatrice, don Fabio bacchetta Renzi e Boldrini. "I loro fiori in chiesa non possono stare"

Il giovane don Fabio, parroco di Posta e Cittareale, ha voluto far levare le corone inviate dalle cariche di Stato durante i funerali ad Amatrice. La giustificazione: "Soldi buttati. Perché chi ha firmato quegli addobbi floreali non ha fatto un assegno di pari valore?"

Amatrice, don Fabio bacchetta Renzi e Boldrini. "I loro fiori in chiesa non possono stare"

"Quelle corone sembravo degli sponsor", così don Fabio Gammarota si è opposto, seppur simbolicamente, alle più alte cariche dello Stato durante funerali rietini delle vittime del terremoto.

La scelta di don Fabio che colpisce Renzi e Boldrini

Gammarota è il giovane parroco di Posta e Cittareale. Nel suo passato ha servito anche ad Amatrice, una della cittadine martoriate dal terremoto del 24 gosto. Il don è intervenuto in maniera durissima contro le composizioni funebri , inviate dal presidente del Consiglio, dal presidente del Senato, dal sindaco di Roma e dal presidente della Regione Lazio, che venivano sistemate nella chiesa-tendone allestita per i funerali. "Queste le portate via, la cerimonia non ha bisogno di sponsorizzazione" ha detto ai militari che le stavano sistemando. Detto fatto,le corone sono state sistemate altrove, lontano dall'altare.

Don Fabio, intervistato da La Repubblica, ha spiegato i motivi del suo gesto: "Toglievano la vista della messa a chi stava dietro, c' erano diversi familiari". Drastico il giovane don, ma come precisa al giornalista: "Il giorno dopo il fiore è già morto, invece i problemi restano. In un funerale come questo il profluvio di corone costa migliaia di euro. Una sola va dagli ottanta ai quattrocento, soldi buttati. Perché chi ha firmato quegli addobbi floreali non ha fatto un assegno di pari valore?".

Una posizione netta. Ed il motivo è chiaro, proseguendo tra le righe del quotidiano fondato da Scalfari: "C' è rabbia pregressa, è indubbio. Nessuna critica ai soccorsi e alle prime azioni del governo, ma va ricordato che la provincia di Rieti è frutto di uno spezzatino. Un po' tolta da Roma, un po' da Ascoli, un po' dall' Aquila. Il risultato è che per arrivare qui non c' è neppure una ferrovia".

Idee chiare e qualche stoccata alla presenza dello Stato in un momento di dolore come i funerali delle vittime del sisma:

"Mi piace l' idea che chi viene da fuori e assiste a un dolore di questa portata si accomodi nella sedie in fondo e aspetti che il protagonista di quel dolore gli dica: "Amico, vieni a sederti con noi, davanti".

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